Antropomorfismi Biblici

Solo apparenti?

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    L'apparente antropomorfismo di Esodo 33:18-23.

    Comuni sono nella Bibbia espressioni figurative e simboliche come "braccio del Signore", "dito di D-o", "mano di D-o" etc. (Ma non solo riferiti alla Divinità perchè ad esempio "per mano di" "la mano di" non sempre sono intese fisicamente, ma spesso indicano figurativamente la causa dell'azione).
    La stragrande maggioranza di queste espressioni fanno parte dello stesso linguaggio biblico, il quale si esprime spessissimo con espressioni figurative e metaforiche. Ad esempio in italiano usiamo la parola: "accanto" per dire "al lato", la corrispondente traduzione in ebraico è "'al yad" o "leiad", che letteralmente significa: "sopra mano","a mano". Le espressioni che contengono la parola yad=mano, nel linguaggio ebraico comune sono numerosissime (al ydei,miyad,etc) come analogamente lo sono le espressioni che contengono il termine "pi"= bocca (lefi, al pi, etc.), anche le parole usate nel nostro capitolo come "panim"="faccia", che nello stesso incontriamo nelle sue varie costruzioni come panai(mia faccia), panav (sua faccia) pnei(la faccia di), nel linguaggio comune sono parte di numerosissime espressioni, ma non solo figurative ma ancor più spesso non sono propriamente figurative perchè fanno parte del normale uso delle parole. Ad asempio le parole mipnei (= a causa di) , lifnei (prima di, davanti a), etc. Sono tutte composte col termine "panim".

    Il termine "panim" (=faccia) in ebraico esiste solo al plurale, ma non è come dire in italiano "facce" perchè esso è un plurale di indefinibilità ed esprime dunque un concetto singolare indefinito pur rimanendo grammaticalmente un plurale. L'indefinibilità la si può intuire per esempio nella moltitudine di lineamenti del viso esistenti nell'umanità.
    Panim però non è solo la faccia dell'uomo ma in senso estensivo anche quella degli animali, degli oggetti e di ogni altra cosa. Panim significa anche "davanti", la parte anteriore di tutte le cose, il suo contrario è achor=dietro, la parte posteriore. Nei seguenti due versi troviamo i due opposti "davanti" e "dietro" :

    " E Ioab, veggendo che la battaglia era volta contro a lui, davanti e dietro," (I Cronache 19:10, trad. Diodati)
    "Gli uomini di Giuda si voltarono indietro, ed eccoli costretti a combattere davanti e di dietro." (II Cronache 13:14, N.Riveduta)
    In italiano si usa dire "spalle" anche per designare la parte posteriore delle cose e in altre traduzioni dei suddetti versi è stato tradotto "spalle" invece di "dietro". Nonostante le parole ebraiche usate siano identiche, la Diodati, nel primo usa "dietro" e nel secondo "spalle", viceversa la N.Riveduta.
    In Ez. 2:10, il terzo verso che riporta gli stessi due contrari, questa volta varie traduzioni sbagliano a leggere il termine, che nel Masoretico è vocalizzato "panim"(=faccia,davanti), leggendolo come se fosse "pnim"(=dentro) di radice del tutto diversa: " srotolò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori" (N.Riv.) L'ebraico riporta "panim weachor"in modo perfettamente identico in tutti e tre i versi sopraccitati.
    Non c'è da meravigliarsi se dunque anche in Esodo 33:23 viene tradotto "spalle" anzichè "parti posteriori".
    Nessun luogo della Bibbia, usa il termine "achorai" (=mie parti posteriori, costruzione con suffisso di "achor"=dietro) per designare le spalle umane come organo. Abbiamo solo un verso in tutta la Bibbia riferito a uomini che usa il termine "achor", costruito al plurale, ma non indica le spalle o la schiena come organi corporei ma semplicemente indica ciò che sta loro dietro come direzione, cioè dietro di loro. Il termine ebraico usato è "achorehem"= "le loro parti posteriori" quando è riferito agli uomini è dunque logico tradurre con "spalle" come giustamente traduce la Diodati:
    " che aveano le spalle volte alla Casa del Signore, e le facce verso l'Oriente; " (Ez. 8:16, Diodati);
    ma lo stesso identico termine "achorehem" di I RE , essendo esso questa volta rivolto a buoi lo stesso Diodati traduce con "parti di dietro":
    "e tutte le parti di dietro di que' buoi erano volte indentro."(I RE 7:25 Diodati).
    Il termine che invece designa le "spalle" come parte del corpo umano in ebraico è "Shchem" ed è molto comune nella Bibbia.
    Appurato dunque che i termini "panim" e "achor" non sono nomi di organi umani e che non sempre possono essere tradotti con "faccia", "volto" o "spalle" ci resta ora da capire se il nostro brano di Esodo attribuisce a D-o parti anteriori e posteriori.
    Ma è logico pensare che, il D-o di Israel, spesso definito il "luogo del mondo" , si possano in Esso distinguere parti riconoscibili come in tutte le altre cose?
    Il testo ebraico della Bibbia non può prescindere dall'usare espressioni figurative e metaforiche specialmente quando queste sono riferite alla Divinità perchè esso è l'unico modo per poter parlare di D-o e descrivere le Sue azioni. D-o parla con gli uomini nella lingua degli uomini per farsi da loro comprendere.
    Ora prenderemo in esame i termini usati nel nostro capitolo, che hanno dato luogo ad interpretazioni antropomorfe. A tale proposito citeremo la traduzione italiana di Diodati che più lascia trasparire l'aspetto figurativo di alcune parole.
    Nel testo ebraico il termine "panim"=faccia figura 18 volte in varie forme nel nostro capitolo e nei capitoli adiacenti, nei capitoli da 32 a 34:
    1) "edificò un altare davanti ad esso"(Es.32:5). L'ebraico ha "lefanav"(=alla sua faccia)
    2) "Ma Mosè supplicò al Signore Iddio suo" (es.32:11). L' ebraico ha: "pne ****"(= la faccia del Signore)
    3) "d'in su la terra"(32:12); "faccia della terra" (N.Riv.)
    4) "sopra dell'acqua"(32:20). L' ebraico ha: "al pne hamaim"(=sulla faccia dell'acqua).
    5) " E il Signore disse: La mia faccia andrà," (es.33:14)
    6) " sopra la terra." (es.33:16);" sulla faccia della terra" (N.Riv.)
    7) "Tu non puoi veder la mia faccia" (Es.33:20)
    8) "la mia faccia non si può vedere." (Es 33:23)
    9) "Il Signore adunque passò davanti a lui"(Es.34:6).L'ebraico ha "al panav"(=sulla sua faccia)
    10) "davanti a me "(Es. 34:20). L'ebraico ha "panai" (=mia faccia).


    11) "Tre volte l'anno comparisca ogni maschio tuo davanti alla faccia del Signore" (Es.34.23)
    12) "e quando tu salirai per comparir davanti alla faccia del Signore Iddio tuo"(Es.34.24)
    13) "la pelle del suo viso"(Es.34:29). L'ebraico ha " 'or panav"(= pelle della sua faccia)
    14) "la pelle del suo viso"(Es.34:30). L'ebraico ha " 'or panav"(= pelle della sua faccia)
    15) " in sul viso." (Es.34.33) L'ebraico ha " 'al panav"(= sulla sua faccia)
    16) "E quando Mosè veniva davanti alla faccia del Signore"(Es.34.34)
    17) "la faccia di Mosè," (Es.34.35)
    18) "la faccia di Mosè," (Es.34.35)

    Le espressioni che contengono il termine "panim" riferite a D-o sono chiaramente figurative. Ad esempio "vedere la Faccia di D-o" biblicamente significa presentarsi al Tempio durante le festività ebraiche.
    Il testo ebraico scritto, in Es.34:24 ha: "Lir'ot et pnei **** (=vedere la Faccia di D-o), ma il testo orale Masoretico lo vocalizza come se fosse scritto nella forma passiva: leheraot (=vedersi, come in Deut 3:24)
    Il prof. Izchack Seeligmann nel suo libro. "Mechkarim besifrut hamikrà" (Ricerche nella letteratura biblica, pag.159) afferma che il verbo leraot=mostrarsi (passivo di vedere), vocalizzato dai massoreti come un nifal (coniugazione passiva), in passato era inteso come un kal (coniugazione semplice) , da leggersi dunque: lir'ot (vedere). Ne consegue che l'azione di presentarsi al Tempio, secondo il testo scritto, viene espressa figurativamente come se i fedeli andassero a vedere la "faccia di D-o". La forma verbale passiva "leraot", adottata successivamente dai massoreti, fa assumere alla particella dell'accusativo "et" il senso di "con" cambiando il senso dell'intera frase in: "vedersi con la Faccia del Signore", dove qui "Faccia" è il cospetto del Tempio, simbolo della presenza divina. Come vedremo in seguito anche il verbo "yerau"(=si vedranno) di Es.33.23 ("la mia faccia non si può vedere", trad.Diodati) è vocalizzabile come se fosse "yr'ru"(vedranno):"la mia Faccia non vedrà", nel senso che D-o non vedrà, per giudicare il peccato di Moshè che consiste nella rottura delle prime tavole di pietra divine.

    In sostanza l'apparente antropomorfismo poggia su tre termini interpretati come parti corporee: "panai"(=mia Faccia), "achorai"(=~mie parti posteriori) e "capì" (mia palma della mano;caf, raramente è usato per "mano") e i verbi di radice "avar" (=passare), che apparentemente alludono al movimento corporeo. A ciò si aggiunge la richiesta di Moshè di mostrare la Gloria Divina, interpretata qui come se egli intendesse vedere il volto di un dio antropomorfo. Ma come vedremo fra breve il termine ebraico usato "cavod" e tradotto con Gloria non è giustificabile interpretarlo in tal modo a causa del suo ricorrente uso figurativo. Ma a smontare definitivamente l'interpretazione antropomorfa è proprio l'esame del contesto in cui è inserito il nostro brano che esamineremo più in la.
    Ora prendiamo in considerazione il termine "capì", tradotto con "mano", che contribuisce marcatamente all'interpretazione antropomorfa.
    La traduzione italiana usa il verbo "coprire" con il termine "mano". Leggendo la traduzione pare di capire che D-o sarebbe passato come passerebbe un uomo e, dopo aver messo Moshè dentro una grotta, ne avrebbe poi coperto l'ingresso impedendo in tal modo alla curiosità di Moshè di guardare il "volto divino" e rendersi così accidentalmente reo di morte. Inutile sottolineare quanto sia ridicola una simile interpretazione riferita al D-o di Israel, la cui presenza, secondo molti versi biblici, riempie l'intero universo. Egli siede in Cielo e poggia i piedi sulla terra.

    Il termine "capì" è il costrutto del nome "caf" (letteralmente= parte piatta, palma della mano o pianta del piede). Caf, quando seguito da reghel (=piede) significa "pianta del piede" ed è applicabile sia agli uomini che agli animali, per esempio in Genesi 8:9 è detto che "la Colomba non trovo dove posare la pianta (ebr. Caf) del piede". Il termine "caf" indica anche la parte piatta della coscia, come in Gen 32:26 dove il termine è seguito da ierech (coscia) ed estensivamente indica i genitali. Non solo parti del corpo, ma anche cose che hanno forma piatta come "cappot temarim"(palme dei datteri), "caf ctoret", un arnese d'oro usato nel Tempio dai sacerdoti, anche l'impugnatura della maniglia di una porta (cantico 5:5) è detta "caf", etc.
    L'enciclopedia illustrata della Bibbia in 24 volumi "'Olam ha tanach" (Mondo della Bibbia) aggiunge altri significati al termine "caf" che non sono stati elencati nei dizionari come: "HaMilon haEnziclopedi shel haMikrà"(dizionario enciclopedico della Bibbia) di Avnion e del "Milon ha'Ivrit hamikrait"(=dizionario di ebraico biblico) di Kaddari.
    Secondo questa, caf designerebbe la nuvola e a tal proposito cita alcuni versi che citiamo questa volta dalla traduzione C.E.I:

    "Arma le mani (ebr. capaim=palme, ossia le nuvole) di folgori e le scaglia contro il bersaglio";

    "innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani (ebr. "el capaim" letteralmente: verso le palme [di nuvole]), verso Dio nei cieli. "(Lamentazioni 3:41);

    "Ecco, una nuvoletta, come una mano d'uomo, sale dal mare" (1 Re 18:44)

    Poi, nell'interpretazione in loco, di carattere scientifico, spiega che la "caf" di D-o, ossia "la mia mano" (riferito a D-o) di esodo 33:22-23 designerebbe la nuvola protettiva vista di giorno.
    Ma la dimostrazione che non si tratti della palma di un corpo divino antropomorfo, è proprio il verbo "wesachoti" di radice "sachach" usato sempre per figurare protezione, in particolare protezione divina. Questa radice ha generato anche il nome della costruzione protettiva che stava sopra le mura delle città, come descrive Naum 2:6(5):
    "Si fa l'appello dei più coraggiosi
    che accorrendo si urtano:
    essi si slanciano verso le mura,
    la copertura di scudi (ebr. sochek) è formata." (Naum 2:6, C.E.I.).
    In nessun altro luogo della Bibbia figura il termine "caf" nel modo in cui è usato nel nostro brano e dunque deve necessariamente essere interpretato figurativamente come tutte le altre volte in cui figura il verbo di radice sachach.

    (continua)
     
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    Pace e un saluto a voi tutti.
    Sono Claudio, mi sono inscritto quì come per'altro sono inscritto su www.evangelici.net con il nomignolo clod. Quì clod è già impegnato.
    Mi pare fosse il mio ma non ricordo la password ..... e la email di riferimento per reperirla.
    Non importa.
    Mi presento, sono un evangelico pentecostale e ho 40 anni.
    Mi sono inscritto su invito dell'amico Abramo, per seguire anche quì una interessantissima analisi su Esodo 33: 19-23 come sollecitata su www.evangelici.net al tread " Esodo 33: 19-23 se Abramo mi aiutasse a capire" in " rubriche di approfondimento".
    Mi pare però che quì manchino alcuni post che su evangelici.net sono presenti ( ma non ne sono per nulla certo, devo ancora capire l'ambiente).
    In ogni caso mi pare che l'analisi non sia ancora conclusa. Rimane (sempre mi pare) infatti da completare la sintesi conclusiva dei versetti in oggetto .
    Più precisamente siamo arrivati a " Che traduco qui di seguito: e avverrà nel passare della Gloria della Mia presenza ti metterò nella spaccatura della roccia e ti proteggerò con la Mia Parola fino al tempo in cui passerò.",dall'estratto del post su evangelici.net.
    La trattazione è complessa e molto dettagliata (molto di più di quanto chiedessi , grazie). E come già anticipato ad Abramo, non può essere solo letta ma va studiata con attenzione, e miticolosità. Abramo, magari, visto che mi chiedevi un feed-back sul tuo lavoro, appena invierai la chiusa del ragionamento, magari ti invio le mie perplessità e i miei dubbi, (non nel merito della questione, ma nella stesura) di cui verificherai se tenerne conto o meno.
    saluti a voi Claudio
     
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  3. Stella Maris2
     
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    Benvento Clod.
    Qui sei fra amici. Abramo è amico di tutti.
    QUOTE
    Quì clod è già impegnato.
    Mi pare fosse il mio ma non ricordo la password ..... e la email di riferimento per reperirla.

    Può darsi che il nik fosse già occupato nelle rete di forums di forumfree.
    QUOTE
    appena invierai la chiusa del ragionamento, magari ti invio le mie perplessità e i miei dubbi, (non nel merito della questione, ma nella stesura) di cui verificherai se tenerne conto o meno.

    Abramo chiede sempre correzioni a destra e a manca a tutti i madrelingua italiani. Ha sempre bisogno... di rivedere la stesura (Abramo non ti arrabbiare). :D
    Scherzi a parte, sono sicuro che ne sarà molto contento.

    Ciao e rinnovo il benvenuto.

     
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    QUOTE (Stella Maris2 @ 29/3/2007, 11:41)
    Abramo chiede sempre correzioni a destra e a manca a tutti i madrelingua italiani. Ha sempre bisogno... di rivedere la stesura (Abramo non ti arrabbiare). :D

    E' verissimo che chiedo sempre correzioni, questo è il motivo per cui presento i miei articoli sui forum. Ciò che viene frainteso o è poco comprensibile lo modifico. Poi sono molto più grato a chiunque vuole aggiungere partecipando.
    Comunque non mi sono arrabbiato. :D

    Shalom

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    Benvenuto Clod

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    Di consueto però il verbo di radice sachach è usato con canaf (ala, per esempio di uccello) ed è bene notare che probabilmente il nostro brano con caf(palma) intende canaf (ala) in accadico infatti per indicare le due cose è usata lo stesso termine kappu.
    Con caf (plurale: cappot; duale: capaim) si intende qualcosa che ha estensione superficiale e come indica le palme di datteri (ebr. cappot temarim) potrebbe indicare anche l'ala di un uccello (la cui struttura geometrica è simile). Caf potrebbe anche essere la forma assimilativa di canaf col decadimento della nun. Per esempio, in Geremia 2:34 l'ebraico riporta : cnafaim (duale di canaf=ala, angolo), ma la LXX traduce come se vi avesse letto capaim (Εν ταις χερσι σον), anche altre traduzioni hanno fatto lo stesso (fra cui la Peshitta).
    In Salmi 91:4 è figurata la protezione divina con l'uso di un verbo di radice sachach, canaf e un suo sinonimo:
    "Egli ti farà riparo colle sue penne, E tu ti ridurrai in salvo sotto alle sue ale; La sua verità ti sarà scudo e targa. (Diodati)
    Anche con "nuvola" è usato il verbo di radice sachach: סכותה בענן לך מעבור תפלה
    Tu hai distesa una nuvola intorno a te, Acciocchè l'orazione non passasse. (Lam 3:44 Diodati)
    C'è però da puntualizzare che il verbo "wesachoti" del nostro brano è scritto con "sin" e non con samech.
    In Giobbe 10:11 il verbo di radice sachach è inteso come "tessere" ed è tradotto con "mi intessevi ":
    " Mi vestivi di pelle e carne
    E mi intessevi di ossa e tendini." (TNM)

    In questo verso di Giobbe, nel Koren (il testo scritto tradizionale) e nel codice Aleppo questo verbo è scritto con Sin, il Leningrado invece lo riporta con Samech. Segno questo che la Shin di questo verbo era letta come Sin, che ha fonetica simile alla samech.
    In alcuni termini ebraici la sostituzione delle lettere con altre che hanno fonetica simile non comporta differenza di significato, in altri invece si.
    La pronuncia della lettera shin (si può pronunciare nei due modi: shi e si) è stabilita dal sistema di punteggiatura del TM, che è una tradizione orale, ma il testo scritto, lo si può leggere anche in base al contesto. Quando vediamo una Shin scritta nella Toràh (che non contiene la punteggiatura vocalica), non sempre sappiamo con certezza se si tratti di una שׁ (shin, nel TM ha il puntino in alto a destra) o di una שׂ (sin, nel TM ha il puntino in alto a sinistra) e dobbiamo dedurre ciò dal contesto.
    Ora il verbo "וְשַׂכֹּתִי"(wesachoti) di radice "שכך" (sachach) è vocalizzato nel TM come Sin ed interpretato come di radice "סכך" (sachach=, scritto con samech). Ma nella Bibbia, esso non ricorre mai scritto con sin tranne tre casi:
    1) quello del nostro brano di Esodo,
    2)il caso di uso anomalo di Giobbe 10:11 (tessochcheni) dove è interpretato come "tessere" (riportato pocanzi) e
    3)un'altro di uso simile in salmi 139:13 (tessuccheni).
    Mentre il secondo è difficilmente interpretabile nei sensi di coprire/proteggere, il terzo invece è interpretabile nei due modi: tessere o proteggere/coprire.

    La CEI traduce salmi 139:13 con:
    "mi hai tessuto nel seno di mia madre"

    e la TNM con:
    "Mi tenesti coperto nel ventre di mia madre"

    La LXX presenta una variante:"dal ventre"(εκ γαστρος).

    Oltre ai tre verbi di cui sopra, della stessa radice (scritta con Sin), abbiamo solo altri tre nomi comuni cui sono stati attribuiti i sensi di "spine" e "tronchi di alberi" (con rami intrecciati o ricchi di foglie) che sono importanti per stabilire il senso base della radice a cui appartengono come vedremo prossimamente.

    Nel seguito di questa trattazione, quando esamineremo il testo parola per parola prenderemo in considerazione anche la possibilità che il verbo "wesachoti" di Esodo 33:22 sia stato originalmente pronunciato con shin, invece che con Sin, acquistando così un senso del tutto diverso, quello della radice shachach="calmarsi".

    Per ora parliamo delle due radici di fonetica "sachach" ma scritte diversamente: l'una con Sin e l'altra con Samech.
    Dal confronto di alcune parole si può risalire all'etimologia di un dato termine (sempre che ciò sia possibile). Si può intuire una certa somiglianza di base fra la serie di significati espressi da questa rara radice scritta con Sin e quelli espressi dalla ricorrente radice scritta con Samech. Pare che le due serie di termini abbiano in comune il senso generico di base: "unità composta da una moltitudine di elementi o ramificazioni".
    Il prof. Kaddari, nel suo dizionario riporta, seppur con incertezza, il senso di "grande moltitudine" alla parola "sach" (con samech) messa chiaramente in relazione con la radice "sachach" (con samech) da Rashi nella nota al verso di Salmo 42:5. Il senso base del gruppo scritto con samech pare sia: "coprire per proteggere con qualcosa composto da un insieme di elementi o intrecci". Della radice sachach (con samech) fanno parte i termini Succàh e schach. La Succà (capanna, costruita durante la festa di "succot"=capanne) ha il tetto chiamato schach ed esso deve rigorosamente essere costruito da intrecci vegetali. Questo tetto non è dunque impermeabile, non può essere completamente coperto ed essendo fatto da intrecci fà trasparire la luce di giorno e vedere le stelle di notte. Il senso dunque espresso da questa radice non è quello di "coprire per impedire di vedere attraverso" e pertanto in Esodo 33:22, seppur scritto con Sin, non può avere nemmeno questo senso dato che gli si riconosce tale equivalenza a quelli scritti con Samech.
    In sintesi, dunque, il senso stabilito da traduttori, interpreti e vari commentatori è basato su un termine classificato come corrispondente oltre che usato in modo anomalo e per di più di significato incerto (come vedremo meglio prossimamente).
    Portiamo ora due esempi classici di verbi di radice "sachach" (con Samech dato che con Sin abbiamo solo quei tre di cui abbiamo già parlato): Uno è "sochchim", quello usato per esprimere la funzione di protezione svolta dalle "ale" dei cherubini sopra il coperchio dell'arca del Patto :

    "Ed erano cherubini che spiegavano due ali verso l’alto, coprendo il coperchio con le loro ali," (Es. 37:9, TNM)

    L'altro è "wesachota", quello usato per esprimere la funzione di protezione della Parochet, la tenda che copriva l'accesso al Santo dei Santi:

    "3 E devi mettervi l’arca della testimonianza e chiudere l’accesso all’Arca con la cortina."(Es. 40:3, TNM)

    La Mishnàh (Shekalim 8:5) riporta le dimensioni di questa tenda, detta Parochet, la cui complicata costituzione aveva la struttura consistente in 72 corde, che intrecciandosi a rete avevano maglie tali da permettere la visione del Santo dei Santi. Anche qui dunque, il verbo di radice sachach è usato per esprimere l'azione di copertura/protezione di un'unità composta da un intreccio e vari altri elementi.
    Lo stesso doveva essere analogamente anche per i misteriosi "cherubini" dell'Arca, che non potevano essere delle raffigurazioni (chiaramente proibite dalla Toràh). Si trattava invece probabilmente di un sofisticatissimo sistema di protezione, che impediva di aprire il coperchio dell'Arca. Questa infatti aveva il compito di custodire cose carissime e pericolose, fra cui le carissime Tavole del Patto e il miracoloso Shettro divino, che secondo il Midrash era una potentissima arma. Il re Salomone fece inoltre costruire, accanto all'Arca, altri due cherubini, la cui portata delle "ali" proteggeva l'intero spazio del Santo dei Santi. Dato che il nostro verbo in esame esprime protezione ed è usato con sistemi ad intreccio, non si può fare a meno di considerare i moderni sistemi di allarme comuni negli importanti musei e negli scompartimenti delle cassaforti delle Banche. Sistemi appunto fatti ad intreccio di raggi infrarossi. Consueto poi che le casseforti (analogamente come l'arca), i loro magazzini, le varie porte (analogamente come la Parochet) e lo spazio dove sono contenute, abbiano degli allarmi separati.
    La "Parochet" o in italiano "Cortina" (come traduce la TNM), essa aveva il compito di chiudere l'accesso al Santo dei Santi. Essa era anche "cheruvim" (attributo plurale indefinito) ossia protettrice, anche le porte e i cancelli hanno i loro sistemi d'allarme separati.
    Il nome "Parochet" lo si può spiegare confrontandolo con l'accadico "paraku" il cui senso è "bloccare la strada", qualche volta l'accadico usa anche il termine "pariktu" (derivante da "paraku" e con fonetica molto simile a "Parochet"), il cui senso è: "barricata", "parete divisoria".

    Solamente i seguenti due versi contengono verbi di radice "such" (scritta con Sin) variante di "sachach", che esprime protezione con il senso di chiudere con un recinto:

    1) “Perciò, ecco, cingo di spine la tua via; "(Hoshea 2:8(6); TNM).

    2)" Non hai tu stesso posto una siepe attorno a lui e attorno alla sua casa e attorno a ogni cosa che ha tutt’intorno? "(Giobbe 1:10, TNM)


    Il verbo di quest'ultimo, שכת (sachta=hai protetto chiudendo) è quello che avrebbe dovuto usare il nostro brano di Esodo per esprimere protezione chiudendo l'ingresso della "grotta". Il verbo "wesacoti" è scritto ושכתי e leggendolo direttamente dalla Toràh (senza l'ausilio del TM) lo si leggerebbe "wesachti", della stessa radice "such" , perchè si sarebbe influenzati dal contesto individuato, cioè la chiusura dell'ingresso della grotta, fosse pure per impedire a Moshè di affacciarsi a guardare... come vuole quella ridicola interpretazione. Wesachti invece che "wesacoti" della forma anomala e non ricorrente della radice Sachach scritta con Sin, perchè come abbiamo detto, la forma ricorrente è quella scritta con Samech e si vuole forzatamente intendere questo verbo come se fosse scritto con Samech, ma senza alcuna dimostrazione di altre ricorrenze bibliche. Le uniche prove sarebbero la fonetica adottata dal TM (non dunque il testo scritto) e le varie traduzioni posteriori.

    Ma a questo punto sorge la domanda: Perchè i massoreti non adottarono la fonetica "wesachti" che esprimerebbe perfetamente quel contesto?


    Se esiste già un verbo scritto con Sin, perchè allora vocalizzare il termine come se esso fosse scritto con Samech?

    In ogni caso entrambi i verbi hanno senso di "proteggere" e non propriamente dalla vista, altrimenti si sarebbero usati altri verbi di radice del tutto diversa e compatibili con il complemento oggetto "capi"(mia palma della mano).

    Con molta probabilità il verbo è da leggersi con Shin e non con Sin, come abbiamo già accennato precedentemente, cioè : weshicoti (calmerò) dato che questo ha la fonetica più simile a "wesicoti" e la tramandazione orale del TM, col trascorrere del tempo, lo ha potuto trasformare in Sin, probabilmente influenzato dal verbo "wehasiroti" (toglierò): e all'azione del togliere si è fatta precedere l'azione inversa del porre ( la "palma" della mano divina per poi successivamente toglierla).
    I targumim Unkelos e pseudoYonathan tradussero con "weaghen" (= proteggerò) il nostro verbo ebraico "wesacoti". Non solo ma aggiunsero altri termini esplicativi ben lontani da ogni antropomorfismo.
    Riportiamo l'antichissima traduzione aramaica di Esodo 33:22 presa dal Targum pseudoYonathan:

    ײויהי במיעיבר יקר שכינתי ואישוינך באספלידא דטינרא ואגין במימרי עלך עד זמן דאעיבר

    Che traduco qui di seguito: e avverrà nel passare della Gloria della Mia presenza ti metterò nella spaccatura della roccia e ti proteggerò con la Mia Parola fino al tempo in cui passerò.

    Il termine "spaccatura" nel targum aramaico è " אספלידא" (ispelida) un termine raro, la cui etimologia si è tentato di spiegare in vari modi. Secondo alcuni si tratta di un'assimilazione dal greco: σπελαδιον (speladion) da σπελαιον (spelaion=grotta) oppure σπελιδιον (spelιdion=simile a grotta, a forma d'arco). Altri invece propongono il termine πσαλιδιον (psalidion=negozio, capanna).

    Il Targum usa questo termine solo in Esodo 33:22. In altri luoghi traduce con il termine aramaico מערתא (meartà=grotta) tutte le altre ricorrenze del termine ebraico "מערה" (mearà=grotta). Il Targum della Toràh (Pentateuco) ha usato questo termine particolarmente per tradurre il termine " נקרת" (nikràt) da נקרה (nikrà=spaccatura o copertura), unica ricorrenza nei cinque libri della Toràh. Pertanto si può solo ipotizzare che questo termine intende "spaccatura" della roccia.
    Nei profeti ricorre un'espressione simile a quella di Esodo 33:22 "בנקרת הצור" (beNikràt haZur), ma questa volta al plurale: " בנקרות הצרים" (beNikrot haZurim, Ishaia 2:21) e qui il Targum Yonathan traduce con "במערת טנריא" (biMearat tinraià). Qualche verso prima traduce allo stesso modo anche l'espressione ebraica:" במערות צרים"(biMearot Zurim=nelle grotte di rocce, Ishaia 2:19). Qui il Targum usa lo stesso termine aramaico "meartà"(=grotta) indifferentemente per i due ben distinti termini ebraici "mearà"(=grotta) e "nikrà"(=spaccatura, copertura).
    Un termine aramaico simile all'ebraico "nikrà" lo ritroviamo solo una volta nel Talmud: "נקרתא"(nekarta=tunnel), per designare il sottopassaggio costruito da Marco Aurelio Antonino, che dal suo castello portava fino all'abitazione di un famoso rabbino (AZ 10b).
    La LXX, in Ishaiah 2:19 traduce con σπήλαια (spelaia=grotta).
    In Ishaia 2:21 traduce invece con "τρώγλας τῆς στερεᾶς πέτρας" l'espressione ebraica " בנקרות הצרים" (beNikrot haZurim). La Vulgata ha: "fissuras petrarum".

    La LXX in Esodo 3:22 ha: " ὀπὴν τῆς πέτρας " (open tes petras), la Vulgata invece riporta: " foramine petrae".

    Il dizionario aramaico-ebraico "Milon aramì-'ivrì" di Ezra Zion Melamed, alla voce " אספלידא" (ispelida) riporta: מערה, אכסדרה (mearà=grotta, acsadrà=sala); ma il senso di grotta questo dizionario lo deduce dal greco: σπελαδιον (speladion) da σπελαιον (spelaion=grotta) come riporta in una nota in calce.

    Krupnik e Silberman nel loro dizionario del Talmud, Midrash e Targum, alla voce
    " אספלידא" (ispelida) riportano: "אולם" (ulam=sala), Halle, Hall.

    Secondo Rashi in loco l'ebraico "בנקרת הצור" (beNikràt haZur) è da intendersi con: "spaccatura della roccia", anche in altri due luoghi della Bibbia lo conferma nel contesto di altre note. Nel capitolo successivo, invece, nella nota di Esodo 34:29 lo intende come "מערה"(mearà=grotta).
    Anche il Targum Unkelos traduce con "במערת טנרא" (biMearat tinra=grotta della roccia)
    Ma il termine aramaico " אספלידא" (ispelida) del Targum pseudoYonathan lo ritroviamo anche nel Talmud e nel Midrash.
    Secondo Rashi nella nota in Baba Batra 7a "ispelida" significa: "טרקלין יפה " (tarklin iafè=sala grande e bella).
    Nel Midrash Rabbà di Ester (terza parashà) nel commento di Ester 1:9 " איספלידא" (ispelida) è la "בית המלכות" (bet hamalcuta=reggia,palazzo reale):
    "9 Inoltre, Vasti la regina tenne essa stessa un banchetto per le donne nella casa reale che apparteneva al re Assuero" (Ester 1:9 TNM).
    Se prendiamo questa via interpretativa e l'aramaico "ispelida" è una "gran bella sala" ossia una costruzione umana, ora dobbiamo vedere se ciò combacia con l'originale ebraico "nikrà".
    Il termine ebraico "nikrà" in questo caso significherebbe "costruzione con tetto", si noti per esempio l'uso del verbo " המקרה"(hamekarè) da "מקרה"= costruente a tetto):
    "המקרה במים עליותיו " (haMekarè bamaim 'aliotav) che fra le sue interpretazioni sceglieremo quella della CEI che fà al nostro caso:
    "Costruisci sulle acque la tua dimora" (Salmi 104:3, CEI).
    "Mekarè" è di coniugazione piel, di radice "karà" e il nifal (coniugazione riflessiva) di questa è "nikrà"(="si costruì a tetto") che se usato come nome, significa "costruzione con tetto". Pertanto "nikrat haZur" significherebbe: "Costruzione della Roccia" per alludere al futuro Tempio di Gerusalemme costruito appunto su una particolare e misteriosa "Roccia".
    La radice "karà" si fonda sul termine "kar"=fresco e "hamekarè" significa letteralmente: "ciò che causa il fresco" e in kohelet 10:18 " המקרה"(hamekarè=il tetto) è il tetto della casa perchè questo appunto causa il fresco, l'ombra dal Sole. Della stessa radice abbiamo anche il termine "korà" che è la trave su cui poggia il tetto e "haMekarè" è anche il "costruttore del tetto". Ne conviene che il passivo "nikrà" significa anche "ciò che è coperto" cioè "copertura". Pertanto "nikrat haZur" potrebbe anche significare: "Copertura della Roccia".

    Una strana coincidenza vuole che anche la Moschea di Omar, costruita sopra le rovine del tempio di Gerusalemme, abbia un nome simile: "Kubat E-Zahhra" che in arabo significa: Cupola della Roccia. Questa cupola poggia su delle colonne erette intorno alla Roccia, che secondo la tradizione ebraica, oltre ad essere il fondamento del Tempio, è il luogo dove fù legato Isacco per essere sacrificato ed è anche l'obellico del mondo, la pietra miliare, il luogo della creazione di Adamo, primo uomo della Storia e fondamento dell'umanità. Secondo il Talmud ha un cunicolo profondissimo e secondo la Bibbia il monte del Tempio, alla fine di questa era, si spezzerà in due a causa di fenomeni endogeni per poi essere innalzato più di tutti gli altri monti della Terra.
    (continua)

    Ho cancellato il precedente post perché ho fatto delle aggiunte nel suo interno, quindi quest'ultimo post va letto dall'inizio.

    Shalom

    Edited by Abramo - 30/3/2007, 10:40
     
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    Pace, stò utilizzando il programma per Pc, scaricato da www.laparola.net, per studiare alcune corrispondenze di parole (faccia, di dietro, etc etc) presenti su Esodo 33: 19-23 e che poi si ritrovano negl'altri versi del VT.
    Mi pare di aver identificato, anche grazie al fondamentale aiuto di Abramo, il translitterato delle parole sopra elencate, e altre ancora , ma evidentemente, non conoscendo l'ebraico, per mè l'operazione non è banale.
    Sareste così cortesi, prima che io pubblichi i risultati su www.evangelici.net, di dare una controllata ai pre-elaborati onde evitare che scriva sciocchezze ?
    Se sì, vi invierò i primi risultati da me ottenuti.

    Grazie e pace a voi tutti
    Claudio
     
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  6. Stella Maris2
     
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    Secondo il Targum Onkelos non si tratta di faccia e spalle:

    וְאֶעְדֵּי, יָת דִּבְרַת יְקָרִי, וְתִחְזֵי, יָת דְּבָתְרָי; וְדִקְדָמַי, לָא יִתַּחְזוֹן
    traduzione: non-renderò-noto il modo-di-agire della mia Gloria e vedrai ciò che è dopo di me e ciò che è prima di me non si vedrà.

    Non so ancora dove vuole arrivare Abramo, anch'io sono biblista e credo che abbia detto bastantemente.

    Il primo link non funziona, se vuoi una mano te la posso dare io.

    Ciao e Shalom
     
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    Secondo il Midrash da questa "Roccia", chiamata "pietra miliare" (ebr. "even haShtià") fu distesa la crosta terrestre ed essa è l'obellico del mondo(pirkei r.Eliezer ), su di essa fù posta una stele da Giacobbe (Gen.28:22) che ne segna il luogo, da qui anche il nome di "Sion" dall'ebraico "Zion" da "Ziun" (=segno, contrassegno).
    Secondo un'antica lettura del Genesi, la prima parola "bereshit" (=in principio) significa anche "barà shit" ossia "Costruì un fondamento" (ebr. "Shit") riferito proprio alla "even hashtià" (=pietra miliare, "shtià" da Shit=fondamento). Questa pietra miliare è il principio della Creazione e su di essa poggiava il Tempio Divino con Erez Israel. Al centro di questa pietra vi poggiava l'Arca del Patto i cui cherubini proteggevano le Tavole di Pietra come analogamente i cherubini del "gan Eden" proteggevano il suo ingresso. Le tavole di pietra sono il fondamento del popolo di Israel come la pietra miliare è il fondamento del mondo.
    Abbiamo dunque due tipi di pietra una che sta in basso, la pietra miliare e l'altra sta sopra di essa ed è la Stele che ne contrassegna il luogo.
    Nel nuovo testamento è attribbuito un significato analogo:
    Il Cristo sarebbe la pietra miliare ed egli impone il nome di "Kefa"(aram. =pietra) al suo rappresentante Simone che diviene il fondamento della Chiesa Cristiana. La vera pietra però, secondo il NT rimane Cristo ed egli, secondo la teologia cristiana è "la Parola". Ne conviene che Pietra = Parola e questa equazione la useremo fra breve per spiegare la misteriosa interpretazione del Targum pseudoYonathan.
    “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” (Giov. 1:42,TNM)
    "Tu sei Pietro, e su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione"(Mt 16, 18, TNM)
    Pietro viene dal greco " ΠΕΤΡΟΣ " il maschile di " ΠΕΤΡΑΣ " e questi sono anche i due termini usati nel NT. " ΠΕΤΡΑΣ "(petras) traduce l'aramaico "כיפא "(kefa) ed esso è lo stesso termine che usano i targumim per tradurre l'ebraico "צור " (Zur) e un suo sinonio "סלע "(sela' )
    La frase detta a Pietro ha le sue antiche basi nell'espressione di Giacobbe quando egli pose la Stele per il fondamento del Tempio di Gerusalemme:
    " E questa pietra che ho eretto come colonna diverrà una casa di Dio, e in quanto a ogni cosa che mi darai te ne darò immancabilmente la decima [parte]”" (Gen.28:22 TNM)
    Per ricercare l'etimologia dei termini ebraici arcaici si confrontano questi con quelli delle altre lingue semitiche in special modo l'aramaico, lingua molto vicina all'Ebraico.
    Prima abbiamo cercato di confrontare la parola ebraica " נקרה", "nikrà", con l'aramaica "נקרתא", "nekarta" (=tunnel) leggibile anche "nikrata". L'ebraico "nikrà" è anche stato spiegato attraverso un verbo ebraico, il cui senso allude allo "scavare con l'asportazione di materiale" e questo risultato è lo stesso ottenuto col confronto col suddetto termine aramaico.
    Ma abbiamo stabilito che il termine "nikrà", essendo unico nel Pentateuco, esso si distingue dal termine "mearà"(=grotta) perchè tradotto in aramaico con una parola anch'essa unica: "ispelida", anche se non sappiamo il suo vero significato.
    Ora azzarderemo un'ipotesi confrontando il termine aramaio "כיפא "(kefa=pietra) con l'ebraico "כיפה"(kippà=cupola).
    In precedenza abbiamo esposto un solo aspetto del termine "כף" (caf) il quale indica generalmente qualcosa che ha estensione superficiale, che può essere piatta oppure incurvata o che provoca l'incurvarsi. Esso, come il temine"כיפה" (kippà) è di radice "כפף" (cafaf), che significa letteralmente "incurvare". "kaf" , la palma della mano, da piatta può incurvarsi e contenere qualcosa; una maniglia di una porta provoca l'incurvarsi e un arnese sacerdotale ha la forma di cucchiaio. Anche Kippà ha dei sensi simili: Kippà significa anche Cupola e la "Cupola della Roccia" in ebraico è detta "kippat haSela". Il termine aramaico Kefa ha anche lo stesso senso, ma esso può indicare, oltre che una pietra che presenta incurvature, anche quella di qualunque altra forma. Anche il termine italiano "pietra", originalmente significava "pietra quadrata", ma oggi indica pietre di qualunque forma. L'aramaico Kefa è scritto in modo molto simile all'ebraico Kippà e anche questo potrebbe indicare una pietra a forma di cupola.
    La Kippà sarebbe il parallelo di Mazzevà, cioè la stele, la pietra superiore, il monumento che contrassegna (Ziun) il luogo del Tempio per conservarne il ricordo nei secoli avvenire. Anche Pietro, la pietra superiore diviene il custode della fede cristiana che consiste principalmente nel credere nel Cristo, la pietra miliare. "Nikrat haZur" è dunque il monumento di pietra e simbolicamente è il rifugio fortificato di Moshè. Anche il termine Mazzevà, la stele di Gen.28:22 designa una fortezza e come spiegato da Radak nella nota a Ezechiele. 26:11 è una "torre alta usata come rifugio miltare" simbolo anche di controllo.
    Come Moshè, anche Pietro, cioè Kefa è la masssima autorità cristiana, la Kippà.
    "כיפה"(kippà) in ebraico indica la massima autorità governativa come diremmo in italiano "vertice". Questo senso figurativo non si fonda sull'omonimo "kippà" che indica la sommità degli alberi specialmente la palma ("E nulla gioverà all'Egitto di quello che potran fare il capo o la coda, la palma o il giunco." ,Ishaiah 19:15, Luzzi); ma è proprio uno dei sensi di questa radice kafaf: "che causa l'incurvarsi" che in questo caso è il prostarsi dei sudditi. Il targum in loco di Ishaiah 19:15 traduce kippà con "shilton"=governo.
    Il termine kaf nella Bibbia è spesso usato con questo senso. Riportiamo un esempio:
    " ופדתיך מכף ערצים " (ufiditikha mikaf arizim=" ti redimerò dalla palma dei tiranni", ger. 15:21 TNM)
    Un'espresione simile a quella di Esodo 33:22, ma con l'uso di un altro verbo, è quello di salmi 139:5 : "ותשת עלי כפכה " (watashet allai kapekha=mettesti su di me la tua palma) e questa espressione figurativa significa: "mi governasti".
    Pietro-Kefa-Kippà è il custode della fede in Cristo-Kefa-Parola.
    Il corrispondente ebraico di kefa=pietra è Kef ed esso si scrive in modo del tutto identico al termine kaf=palma: "כף" (kaf=palma); "כף" (kef=pietra)
    In Deut. 4:13 "לחות אבנים "(luchot avanim=tavole di pietre) il targum Unkelos traduce "לוחי אבניא " (luchè avnaià). Lo stesso termine aramaico"אבניא "(avnaià=pietre) traduce l'ebraico "כפים" (kefim=pietre) come in Giobbe 30:6: "חרי עפר וכפים " (chore afar wekefim=buchi di polvere e pietre) dove il Targum aramaico traduce:"בנקירתא דעפרא ואבניא" (binkirata de'afra weavnaià= nei buchi di polvere e pietre).
    In Ger 4:29 l'ebraico "כפים" (kefim=pietre) è tradotto con l'aramaico "כיפיא"(khefaià=pietre) il purale dell'aramaico"כיפא "(kefa=pietra) .
    Pertanto il termine di Esodo 33:22 "כפי"(kapì="mia palma della mano") è leggibile anche: "כפי"(kefai=mie pietre) alludendo alle tavole di pietra, che contengono la Parola di D-o.
    Il figurativo kaf, nel senso di governare e kef nel senso di pietra sono entrambi interpretabili come: la Parola. Ciò giustifica i targumim che in Esodo 33:22 traducono l'ebraico"כפי" (kapì=mia palma) con "מימרי" (memrì=mia parola). Pocanzi abbiamo detto che l'aramaico "כיפא "(kefa) traduce l'ebraico "צור " (Zur), che è il termine della nostra espressione "נקרת הצור"(nikrat haZur) che abbiamo ipotizzato con "cupola della Roccia" che in ebraico è detta "כיפת הסלע". Il termine "סלע "(sela' ) è chiaramente equivalente a "צור " (Zur) perchè la stessa roccia da dove lo shettro divino consegnato a Moshe fece uscire l'acqua è detto Zur in Esodo 17:6 e Sela in Numeri 20:8.
    Zur è anche uno degli attribbuti divini come vedremo prossimamente. Siamo quasi alla fine della raccolta degli elementi basilari che ci introdurranno alla trattazione del cuore del nostro tema di Esodo 33 interpretato erroneamente come un antropomorfismo.
    Abbiamo ora la figura di Moshè dentro un rifuggio di pietra, qualunque esso sia e qualunque forma esso abbia e che viene costituito come Capo e legislatore del popolo di Israel. Infatti il termine "ושמתיך"(wesmtikha=ti porrò, ti preporrò) usato con Nikrat haZur significa anche preporre, costituire una carica governativa. Questo insieme di significati sono contenuti nel nostro brano e li rimetteremo insieme quando esamineremo la traduzione letterale e le varie possibili letture, effettuate a prescindere dal TM e confrontate poi con altri brani biblici simili e con le antiche interpretazioni.


    QUOTE (Stella Maris2 @ 1/4/2007, 01:00)
    Secondo il Targum Onkelos non si tratta di faccia e spalle:

    וְאֶעְדֵּי, יָת דִּבְרַת יְקָרִי, וְתִחְזֵי, יָת דְּבָתְרָי; וְדִקְדָמַי, לָא יִתַּחְזוֹן
    traduzione: non-renderò-noto il modo-di-agire della mia Gloria e vedrai ciò che è dopo di me e ciò che è prima di me non si vedrà.

    Da dove hai preso il Targum Unkelos vocalizzato? Sta in qualche sito? Mi potrebbe aiutare nelle citazioni.

    QUOTE
    Non so ancora dove vuole arrivare Abramo, anch'io sono biblista e credo che abbia detto bastantemente.

    Bastantemente per cosa? Per una semplice traduzione? Io mi propongo di trattare il problema più a fondo potrebbe essere utile agli ebrei italiani sapessi che traduzioni usano...

    QUOTE
    Il primo link non funziona,

    Infatti per quello non ho potuto citare dalle altre traduzioni, ho usato solo la TNM dal loro sito: http://www.watchtower.org/languages/italian/bibbia/index.htm e citato Luzzi e CEI ricopiando dalla carta.

    Shalom
     
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    Pace e un saluto.
    Abramo, ho letto la tua (vostra) disponibilità nel controllare il lavoro che stò facendo.
    Dunque, vi spiego come ho operato.
    Partendo dal testo italiano con la versione Diodati che mi pare la più rigorosa, ho selezionato le parole "mano" e "faccia".
    la parola mano, nella versione diodati sia su VT che NT compare 879 volte
    la parola faccia , nella versione diodati sia su VT che NT compare 579 volte (sia verbo che sostantivo)
    la parola mano nel solo VT compare 777 e la parola faccia (nelle due eccezzioni del termine) compare 503 volte.
    Io credo che oltre a doversi riferire SOLO al VT per affrontare i parallelismi con il nostro testo di riferimento sia inoltre opportuno limitarsi ai primi 5 libri del VT esclusivamente , se non altro perchè sono stati codificati con la stessa lingua , o sbaglio ? Vi chiedo quindi se è vero quello che ricordo, che cioè i primi 5 libri sono stati scritti con la stessa lingua l'ebraico.
    Vi chiedo intanto una prima conferma in merito.
    Vi chiedo inoltre come fare per inserire il testo in ebraico , compaiono solo dei quadratini (manca il font ebraico quasi sicuramente).
    Intanto vi posto il translitterato con cui ho selezionato intanto i termini usati per mano e faccia
    "‘al-pâneyk", "uwpânay" "’eth-pânây" , mi sembrano le occorrenze per faccia (ho iniziato da quì)

    quindi,

    Originale Ebraico-- NON RAPPRESENTABILE (?)

    AT in ebraico traslitterato:
    Esodo 33:19-23

    Esodo 33:19 wayyô’mer ’äniy ’a‘äbiyr kâl-tuwbiy ‘al-pâneyk wæqârâ’thiy bæshêm yæhwâh læpâneyk wæxannôthiy ’eth-’äsher ’âxôn wærixamæthiy ’eth-’äsher ’äraxêm:
    Esodo 33:20 wayyô’mer lô’ thuwkal liræ’ôth ’eth-pânây kiy lô’-yiræ’aniy hâ’âdâm wâxây:
    Esodo 33:21 wayyô’mer yæhwâh hinnêh mâqôwm ’ithiy wænitstsabæthâ ‘al-hatstsuwr:
    Esodo 33:22 wæhâyâh ba‘äbôr kæbôdiy wæšamæthiyk bæniqærath hatstsuwr wæšakôthiy kapiy ‘âleyk ‘ad-‘âbæriy:
    Esodo 33:23 wahäsirôthiy ’eth-kapiy wærâ’iythâ ’eth-’äxôrây uwpânay lô’ yêrâ’uw: s

    Diodati:
    Esodo 33:19-23

    Esodo 33:19 E il Signore gli disse: Io farò passare davanti a te tutta la mia bellezza, e griderò il Nome del Signore davanti a te; e farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà.
    Esodo 33:20 Ma gli disse: Tu non puoi veder la mia faccia; perciocchè l'uomo non mi può vedere, e vivere.
    Esodo 33:21 Poi gli disse: Ecco un luogo appresso di me; fermati adunque sopra quel sasso.
    Esodo 33:22 E quando la mia gloria passerà, io ti metterò nella buca del sasso, e ti coprirò con la mia mano, finchè io sia passato.
    Esodo 33:23 Poi rimoverò la mia mano, e tu mi vedrai di dietro; ma la mia faccia non si può vedere.

    Nuova Riveduta:
    Esodo 33:19-23

    Esodo 33:19 Il SIGNORE gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del SIGNORE davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà».
    Esodo 33:20 Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere».
    Esodo 33:21 E il SIGNORE disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso;
    Esodo 33:22 mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato;
    Esodo 33:23 poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».

    "‘al-pâneyk" appare in Genesi 1:1 - Malachia 3:24 4 volte: FACCIA

    Esodo 33:19 wayyô’mer ’äniy ’a‘äbiyr kâl-tuwbiy ‘al-pâneyk wæqârâ’thiy bæshêm yæhwâh læpâneyk wæxannôthiy ’eth-’äsher ’âxôn wærixamæthiy ’eth-’äsher ’äraxêm:
    Esodo 33:19 E il Signore gli disse: Io farò passare davanti a te tutta la mia bellezza, e griderò il Nome del Signore davanti a te; e farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà.
    (qui non mi ritrovo ??-Claudio)

    Giosuè 7:10 wayyô’mer yæhwâh ’el-yæhôwshu‘a qum lâk lâmmâh zzeh ’athâh nôpêl ‘al-pâneyk:
    Giosuè 7:10 E il Signore rispose a Giosuè: Levati: perchè sei tu così prostrato sopra la tua faccia?

    Giobbe 1:11 wæ’uwlâm shælax-nâ’ yâdæk wæga‘ bækâl-’äsher-lôw ’im-lô’ ‘al-pâneyk yæbâräkekâ:
    Giobbe 1:11 Ma stendi pur ora la tua mano, e tocca tutte le cose sue, e vedrai se non ti maledice in faccia.

    Salmi 9:20 quwmâh yæhwâh ’al-yâ‘ôz ’ënôwsh yishshâpætuw gôwyim ‘al-pâneyk:
    Salmi 9:19 Levati, o Signore; non lasciar che l'uomo si rinforzi; Sieno giudicate le genti davanti alla tua faccia.
    (da notare la diversa numerazione del versetto- Claudio)



    "uwpânay" appare in Genesi 1:1 - Malachia 3:24 3 volte: FACCIA

    Esodo 33:23 wahäsirôthiy ’eth-kapiy wærâ’iythâ ’eth-’äxôrây uwpânay lô’ yêrâ’uw: s
    Esodo 33:23 Poi rimoverò la mia mano, e tu mi vedrai di dietro; ma la mia faccia non si può vedere.

    2Samuele 14:24 wayyô’mer hammelek yissôb ’el-bêythôw uwpânay lô’ yiræ’eh wayyissôb ’abæshâlôwm ’el-bêythôw uwpænêy hammelek lô’ râ’âh: s
    2Samuele 14:24 E il re disse: Riducasi a casa sua, e non vegga la mia faccia. Absalom adunque si ridusse a casa sua, e non vide la faccia del re.


    Daniele 10:9 wâ’eshæma‘ ’eth-qôwl dæbârâyw uwkæshâmæ‘iy ’eth-qôwl dæbârâyw wa’äniy hâyiythiy nirædâm ‘al-pânay uwpânay ’ârætsâh:
    Daniele 10:9 Ed io udii la voce delle parole di colui; e quando ebbi udita la voce delle sue parole, mi addormentai profondamente sopra la mia faccia, col viso in terra.

    "’eth-pânây" appare in Genesi 1:1 - Malachia 3:24 4 volte:

    Esodo 33:20 wayyô’mer lô’ thuwkal liræ’ôth ’eth-pânây kiy lô’-yiræ’aniy hâ’âdâm wâxây:
    Esodo 33:20 Ma gli disse: Tu non puoi veder la mia faccia; perciocchè l'uomo non mi può vedere, e vivere.

    2Samuele 3:13 wayyô’mer tôwb ’äniy ’ekærôth ’ithæk bæriyth ’ak dâbâr ’exâd ’ânôkiy shô’êl mê’ithæk lê’môr lô’-thiræ’eh ’eth-pânay kiy | ’im-lipænêy hëbiy’äk ’êth miykal bath-shâ’uwl bæbô’äk liræ’ôwth ’eth-pânây: s
    2Samuele 3:13 E Davide disse: Bene sta; io patteggerò teco; sol ti chieggio una cosa, cioè, che tu non mi venga davanti, che prima tu non mi rimeni Mical, figliuola di Saulle, quando tu verrai per presentarti a me.
    (immagino faccia inteso come presentarti)

    1Re 2:16 wæ‘athâh shæ’êlâh ’axath ’ânôkiy shô’êl mê’ithâk ’al-thâshibiy ’eth-pânây wathô’mer ’êlâyw dabêr:
    1Re 2:16 Ma ora io ti chieggio sol una cosa, non disdirmela. Ed ella gli disse: Parla pure.
    (qui non mi ritrovo ??-Claudio)

    1Re 2:20 wathô’mer shæ’êlâh ’axath qætannâh ’ânôkiy shô’eleth mê’ithâk ’al-thâsheb ’eth-pânây wayyô’mer-lâh hammelek sha’äliy ’immiy kiy lô’-’âshiyb ’eth-pânâyik:
    1Re 2:20 Ed ella disse: Io ho da farti una piccola richiesta, non disdirmela. E il re le disse: Falla pure, madre mia; perciocchè io non te la disdirò.
    (qui non mi ritrovo ??-Claudio)

    Per il momento ho tralasciato tutte le altre eccezzioni di faccia per avere prima le vostre conferme in merito e manca ancora mano.
    pace Claudio
     
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    oops ! dimenticavo

    Partendo dal testo che riprendo per l'ennesima volta:

    Esodo 33:19 wayyô’mer ’äniy ’a‘äbiyr kâl-tuwbiy ‘al-pâneyk wæqârâ’thiy bæshêm yæhwâh læpâneyk wæxannôthiy ’eth-’äsher ’âxôn wærixamæthiy ’eth-’äsher ’äraxêm:
    Esodo 33:20 wayyô’mer lô’ thuwkal liræ’ôth ’eth-pânây kiy lô’-yiræ’aniy hâ’âdâm wâxây:
    Esodo 33:21 wayyô’mer yæhwâh hinnêh mâqôwm ’ithiy wænitstsabæthâ ‘al-hatstsuwr:
    Esodo 33:22 wæhâyâh ba‘äbôr kæbôdiy wæšamæthiyk bæniqærath hatstsuwr wæšakôthiy kapiy ‘âleyk ‘ad-‘âbæriy:
    Esodo 33:23 wahäsirôthiy ’eth-kapiy wærâ’iythâ ’eth-’äxôrây uwpânay lô’ yêrâ’uw: s

    vi sarei grato se mi segnalaste i termini FACCIA , MANO, SCHIENA o Di DIETRO, SASSO o MASSO o ROCCIA , BUCA o FESSURA, GLORIA o MAESTA' o BONTA', VEDERMI o VEDERE termini che si trovano nel testo di cui sopra.
    Sarebbe bello inoltre identificarli anche nel testo ebraico.
    Grazie.
    Claudio
     
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    QUOTE (clod66 @ 2/4/2007, 11:25)
    Giosuè 7:10 wayyô’mer yæhwâh ’el-yæhôwshu‘a qum lâk lâmmâh zzeh ’athâh nôpêl ‘al-pâneyk:
    Giosuè 7:10 E il Signore rispose a Giosuè: Levati: perchè sei tu così prostrato sopra la tua faccia?


    נפל על פניך
    Nofel al panekha
    Nofel= cadi
    Al=sopra
    panekha=panim+kha: panim=faccia kha=la tua
    letteralmente: cadi sulla tua faccia
    cadere sulla propria faccia significa: essere tristi, abbattuti.

    QUOTE
    2Samuele 3:13 wayyô’mer tôwb ’äniy ’ekærôth ’ithæk bæriyth ’ak dâbâr ’exâd ’ânôkiy shô’êl mê’ithæk lê’môr lô’-thiræ’eh ’eth-pânay kiy | ’im-lipænêy hëbiy’äk ’êth miykal bath-shâ’uwl bæbô’äk liræ’ôwth ’eth-pânây: s
    2Samuele 3:13 E Davide disse: Bene sta; io patteggerò teco; sol ti chieggio una cosa, cioè, che tu non mi venga davanti, che prima tu non mi rimeni Mical, figliuola di Saulle, quando tu verrai per presentarti a me.
    (immagino faccia inteso come presentarti)

    "che tu non mi venga davanti" traduce l'espressione:
    " לא תראה את פני "(lo tir'è et panai)=lett. non vedrai la mia faccia.

    "presentarti a me" traduce l'espressione:
    " לראות את פני "(lir'ot et panai)=vedere la mia faccia

    QUOTE
    1Re 2:16 wæ‘athâh shæ’êlâh ’axath ’ânôkiy shô’êl mê’ithâk ’al-thâshibiy ’eth-pânây wathô’mer ’êlâyw dabêr:
    1Re 2:16 Ma ora io ti chieggio sol una cosa, non disdirmela. Ed ella gli disse: Parla pure.
    (qui non mi ritrovo ??-Claudio)

    " אל תשבי את פני "(al tashivi et panai)=lett. non restituire la mia faccia=fig. Non rifiutare di rispondermi

    QUOTE
    1Re 2:20 wathô’mer shæ’êlâh ’axath qætannâh ’ânôkiy shô’eleth mê’ithâk ’al-thâsheb ’eth-pânây wayyô’mer-lâh hammelek sha’äliy ’immiy kiy lô’-’âshiyb ’eth-pânâyik:
    1Re 2:20 Ed ella disse: Io ho da farti una piccola richiesta, non disdirmela. E il re le disse: Falla pure, madre mia; perciocchè io non te la disdirò.
    (qui non mi ritrovo ??-Claudio)

    " אל תשב את פני " (al tashev et panai)=non restituire la mia faccia=fig. non rifiutare di rispondermi
    " לא אשיב את פניך "(lo ashiv et panaich)= non restituirò la tua facia = fig. non rifiuterò di risponderti

    Shalom

    QUOTE (clod66 @ 2/4/2007, 11:56)
    oops ! dimenticavo

    Partendo dal testo che riprendo per l'ennesima volta:

    Esodo 33:19 wayyô’mer ’äniy ’a‘äbiyr kâl-tuwbiy ‘al-pâneyk wæqârâ’thiy bæshêm yæhwâh læpâneyk wæxannôthiy ’eth-’äsher ’âxôn wærixamæthiy ’eth-’äsher ’äraxêm:
    Esodo 33:20 wayyô’mer lô’ thuwkal liræ’ôth ’eth-pânây kiy lô’-yiræ’aniy hâ’âdâm wâxây:
    Esodo 33:21 wayyô’mer yæhwâh hinnêh mâqôwm ’ithiy wænitstsabæthâ ‘al-hatstsuwr:
    Esodo 33:22 wæhâyâh ba‘äbôr kæbôdiy wæšamæthiyk bæniqærath hatstsuwr wæšakôthiy kapiy ‘âleyk ‘ad-‘âbæriy:
    Esodo 33:23 wahäsirôthiy ’eth-kapiy wærâ’iythâ ’eth-’äxôrây uwpânay lô’ yêrâ’uw: s

    vi sarei grato se mi segnalaste i termini FACCIA , MANO, SCHIENA o Di DIETRO, SASSO o MASSO o ROCCIA , BUCA o FESSURA, GLORIA o MAESTA' o BONTA', VEDERMI o VEDERE termini che si trovano nel testo di cui sopra.

    Tuwbiy=mia bontà
    Pâneyk=tua faccia
    liræ’ôth=vedere
    pânây=mia faccia
    yiræ’aniy= vedrà me
    hatstsuwr=la roccia
    kæbôdiy=la mia Gloria
    bæniqærath=nella spaccatura (nel senso di scavatura, foratura, non fessura)
    hatstsuwr=la roccia
    kapiy=mia palma
    wærâ’iythâ=e vedesti(con waw inversivo)=vedrai
    ’äxôrây=mie parti posteriori, dietro di me
    uwpânay=e la mia faccia, avanti a me
    yêrâ’uw= si vedranno

    QUOTE
    Sarebbe bello inoltre identificarli anche nel testo ebraico.
    Grazie.
    Claudio

    Per saperli identificare bisogna conoscerne le regole grammaticali. Per esempio il termine "panim"=faccia, ricorre in varie forme: panai=mia faccia, panecha=tua faccia(al maschile), panaich=tua faccia (al femminile), panav=sua faccia, pnehem=loro facce, etc.
    Shalom
     
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  11. Stella Maris2
     
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    Abramo leggi questo:


    דבר אחר כי תשא את ראש כך פתח ר' יונתן רבית )גבריו( ]גוברין[ וישח אדם וישפל איש ואל תשא להם )ישעיה ב' ט'( מהו וישח אדם אילו ישראל שנקראו אדם שנאמר ואתן צאן מרעיתי אדם אתם )יחזקאל ל"ד ל"א(, אימתי שחו ונשפלו, בשעה שעשו אותו מעשה השפילם הקדוש ברוך הוא, כשעמדו בסיני ואמרו נעשה ונשמע ניתן להם עטרת בראשם, א"ר אבא בר כהנא בשם ר' לוי כיון שקיבלו ישראל עשרת הדברות ירדו מאה ועשרים ריבוא מלאכי השרת וזוניאות ועטרות בידיהם, והיו שנים מהן נזקקים לכל אחד ואחד, אחד נותן עטרות ואחד חוגרו בזוניאות, וכיון שעשו אותו מעשה ירדו המלאכים והעבירו את העטרות )והתיכו( ]והתירו[ את הזוניאות, ויתנצלו בני ישראל ]את עדים מהר חורב[ )שמות ל"ג ו'( וינצלו אין כתב כאן אלא ויתנצלו בטובתם ושלא בטובתם, מהו עדיים לשון תכשיט ואעדך עדי )יחזקאל ט"ז י"א(, אותה שעה נעשו ישראל שפלים, וישח אדם אילו ישראל אדם אתם )שם /יחזקאל/ ל"ד ל"א(, וישפל איש זה משה והאיש משה עניו מאד )במדבר י"ב ג'(, למה שבשעה שעלה להוריד הלוחות מלמעלה קילקלו ישראל למטה מיד עמדו המלאכים להורגו, מה עשה לו הקב"ה אמר עמוד כאן אין בכוחך להם קום רד מהר מזה כי שחת עמך וגו' )דברים ט' י"ב( כשזכו ונתעלו אתה נתעלית עמהם שנאמר ומשה עלה )שמות י"ט ג'( עכשיו שחטאו הם בירידה אף אתה לך, למה, בהם אתה תלוי, מיד ירד משה נטל את העגל ושחקו וזירה ]אותו על פני המים והשקה[ את הסרוחים ואחר כך מלמד סנגוריא למה ה' יחרה וגו' )שם /שמות/ ל"ב י"א( ולמה יאמרו מצרים וגו' )שם שם /שמות ל"ב/ י"ב( ואם את הורגם האיך אתה מקיים מה שהתנית עם האבות זכור לאברהם ליצחק ולישראל עבדיך )שם שם /שמות ל"ב/ י"ג(, כיון שנתקבל משה ונתרצה לו הקב"ה התחיל משה אומר לו רבש"ע הודיעני נא את דרכיך )שם /שמות/ ל"ג י"ג(, אמר לו במה )פשעתנו( ]שפטתנו[ וזכיתנו, השיבו הקב"ה ויאמר ה' אל משה גם את הדבר אשר דברת אעשה )שם שם /שמות ל"ג/ י"ז(, למה, כי מצאת חן בעיני )שם /שמות ל"ג/(, כיון שנתקבל בראשונה התחיל תובע אחרת הראני נא את כבודיך )שם שם /שמות ל"ג/ י"ח(, אמר לו אין אתה יכול ויאמר לא תוכל לראות את פני )שם שם /שמות ל"ג/ כ'(, דחק משה בתפלה וקיבלו הקב"ה, אמר לו הואיל ודחקת בזו )ואני( ]אני[ נותנך בנקרת הצור והיאך שאני עובר אני מסכך את ידי עליך מפני מלאכי הזעף שלא יפגעון בך והיה בעבור כבודי ושמתיך בנקרת הצור וסכותי כפי עליך עד עברי )שם שם /שמות/ כ"ב(, מה עשה משה ישב לו בנקרת הצור עד שהקב"ה עובר, באו מלאכים לפגוע במשה, מה עשה הקב"ה הגין ידיו עליו, ומשם נטל משה קרני ההוד שנאמר וקרנים ]וגו'[ )חבקוק ג' ד'(, מהיכן, מידו לו )שם /חבקוק ג'/(, וכיון שירד משה לקראת ישראל ראו אותו דבר מעולה ומשובח, כמה שאין אדם יכול להסתכל ביום כשהוא עולה כך לא היה אדם יכול להביט במשה אלא א"כ נותן סורר על פניו שנאמר ויתן על פניו מסוה )שמות ל"ד ל"ג(, באותה שעה היה רע על ישראל, אמרו אנחנו בירידה מפני שעשינו אותו מעשה ואף הקב"ה נתרצה לנו וסלח לעונותינו ואף אתה משה היית עמנו וקרניו של משה זקף וקרנינו שפלות, מיד בא לו משה אצל הקב"ה אמר לו רבש"ע כשהשפלת אותם אף אני נשפלתי עמהם, שנאמר וישח אדם וישפל איש זה משה, ועכשיו שזקפת ראשי אף כך רומם ראשם, אמר לו הקב"ה לך רומם ראשם, א"ר יונתן דבית )גבריו( ]גוברין[ אמר לאו רבוני אלא כשם שזקפת כך אתה תלה ראשם של בניך, מניין שנאמר ואל תשא להם אל תהי קורא ואל אלא ולו אתה תשא להם את ראשם, אמר לו הקב"ה לאו אלא אני זקפתי את ראשך )לך( ]כך[ אף אני אזקיף את ראשם של בניי כי תשא את ראש בני ישראל.



    Edited by Stella Maris2 - 9/4/2007, 21:29
     
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    Intanto grazie per il la risposta.
    Approfitto per augurare a te Abramo , alla tua famiglia e alla tua comunità, una buona e serena festività Pasquale.
    Auguro inoltre anche a tutti i partecipanti di forumfree, Buone festività Pasquali.
    Ringrazio ancora per le spiegazioni a me date . Ne approfitto per chiedervi se esiste un dizionario Ebraico-Italiano scaricabile via internet . Non credo che io possa avventurarmi nello studio dell'ebraico. Ciò non di meno, credo sia alla mia portata, con un buon dizionario (magari scaricabile free) che affiancato al programma free www.laparola.net realizzare ottimi studi biblici.
    Abramo, è questo il mio obbiettivo! Quello cioè di dipanare questioni complesse ma che alla luce di interpretazioni del testo originale, più "afffinate" possono offrire una lettura più serena.
    Abramo, per rendere il lavoro accoglibile anche a tutti i lettori evangelici occorre che poni attenzione a non inserire temi inaccettabili, come il tema della questione di Pietro.
    Abramo, io ho capito il motivo per il quale lo hai fatto. Era esclusivamente funzionale, ma a mio parere, forse sarebbe stato meglio evitarlo, tanto più che a te di religione ebrea, davvero non ti tocca!
    Insomma il mio invito è quello di evitare inutili polemiche e contestazioni.Questo è un mio parere naturalmente.
    Ho una marea di questioni che mi piacerebbe discutere con te/voi. Ma che sia chiaro per discutere intendo sapere il tuo/vostro punto di vista alla luce della Parola. Sul cerimoniale sacerdotale, sui vestimenti, sul tempio, sulla figura del Messia che aspettate, davvero sono tante le questioni su cui mi piacerebbe capire di più.Non sò se hai capito, ma io non temo di crescere, inoltre (e per te non ha senso, lo sò) Gesù ha sempre accreditato come attendibili i Farisei, (meno, se non mai, i sadducei ....mi pare) quindi quello che i Farsei dicevano, Gesù lo avvalorava ! Io non sò bene le differenze tra queste antiche correnti, come non sò bene se esistono ancora le loro posizioni, e non ho ben capito tu Abramo quali posizioni sostieni. Mi è sembrato, ma davvero posso sbagliarmi, anche perchè è da poco che ci conosciamo, mi è sembrato dicevo, che tu sia più un "matematico", un razionale, che ammette le questioni divine senza per forza considerare la sfera soprannaturale, quindi offri letture prive di quel "manto dorato", che l'intervento divino diretto offre, ma tutto sommato a me va bene comunque.
    Per esempio immagino già che Mosè (secondo la tua lettura) non agitò il bastone per dividere le acque del Mar Rosso, ma o ci fù un terremoto con tsunami incorporato, ritiro delle acque per kilometri e kilometri con pausa di ore per consentire il passaggio del popolo ebreo , e susseguente rovescio delle acque su Faraone. Oppure come le moderne letture fanno, dell'evento, in realtà si tratta di mitizzare l'uscita (poco alla volta) del popolo di Israele verso un nomadismo che finirà in terra di palestina. Oppure magari sono passati non già tra due "muri di acqua" ma tra le zone dell'alto nilo, e seppur con fatica, sono riusciti nell'intento. Anche questo come vedi è un buon argomento! :P
    Io credo e spero, di poter distinguere tra la tua posizione interpretativa, quello che c'è scritto, e quello che posso io accettare.
    Non credo di poter condividere tutto quello che sostieni. Tuttavia puoi aver la certezza che..." andrò a vedere se le cose stanno così" parafrasando una frase del NT ;)
    Credo che avervi conosciuto, sia un dono di DIO ( e per questa volta vorrei scrivere D-O per intero).
    Nel merito.
    Con le ulteriori dritte che mi dai oltre a capire il senso di versetti che non riuscivo a conciliare, avrò la possibilità di continuare il lavoro.
    Ti segnalo di aver provato ad incollare anche l'originale ebraico tra i tags che forumfree offre, in alto alla pagina, ma neppure così sono riuscito . ?
    Abramo, fratelli, amici un caro saluto da parte mia.
    Claudio


     
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    Grazie Stella, lo avevo già consultato. Non ricordo se è Pesikta o Tanchuma, ma comunque più in là nel Tanchuma mette in relazione l'espressione "לא יראני האדם וחי " col giudizio finale dell'intera umanità. Infatti "האדם" qui è l'umanità intera.

    Shalom e Hag Sameach


    ps. La prossima volta, quando inserisci testi ebraici usa i tags ( stanno in testa ad ogni pagina) e inserisi il testo fra i tags ciò permette una buona impostazione da destra a sinistra.

    QUOTE (clod66 @ 4/4/2007, 11:57)
    Intanto grazie per il la risposta.
    Approfitto per augurare a te Abramo , alla tua famiglia e alla tua comunità, una buona e serena festività Pasquale.

    Grazie Clod. :)
    Benedizioni anche a voi.

    QUOTE
    ANe approfitto per chiedervi se esiste un dizionario Ebraico-Italiano scaricabile via internet .

    In rete credo che ce ne siano, non ne conosco nessuno, forse Stella ne sa qualcosa.
    Non conosco il programma di cui parli. Comunque no ci sono difficoltà per l'ebraico in questo forum, vedi per esempio in basso ad ogni pagina hai a disposizione tutta la Bibbia in ebraico e puoi fare copy-past da li, dopo aver consultato il tuo programma.

    QUOTE
    Ti segnalo di aver provato ad incollare anche l'originale ebraico tra i tags che forumfree offre, in alto alla pagina, ma neppure così sono riuscito . ?

    I tags servono solo per l'impostazione e la grandezza del font, ma se il tuo programma non usa un font ebraico normale non funzionerà comunque.

    Shalom
     
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    (Continuazione della relazione)

    Nel nostro capitolo in Es.33:18 Moshe chiede a D-o di mostrargli la sua Gloria:
    " ויאמר הראני נא את כבדך "
    "18 Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!»"( N. Riv.);
    "Gli disse: «Mostrami la tua Gloria!»."(CEI)
    La mancata comprensione di questa richiesta apre l'assurda interpretazione antropomorfa, come se Moshè avesse avuto la pretesa di chiedere di vedere D-o, di vederne il "corpo". Ma perchè Moshè avrebbe chiesto di vedere D-o quando insieme a lui lo avevano già visto tutti gli anziani di Israel?
    Una decina di capitoli prima, lo stesso libro dell'Esodo narra quanto segue:
    "9 Poi Mosè, ed Aaronne, e Nadab, e Abihu, e settanta degli Anziani d'Israele, salirono. 10 E videro l'Iddio d'Israele; e sotto i piedi di esso vi era come un lavorio di lastre di zaffiro, risomigliante il cielo stesso in chiarezza. 11 Ed egli non avventò la sua mano sopra gli Eletti d'infra i figliuoli d'Israele; anzi videro Iddio, e mangiarono e bevvero."( Esodo 24:9-11, Diodati)
    Se anche questi versi vengono interpretati antropomorficamente allora i conti non tornano nemmeno ricorrendo a fantasiosi artifici.
    Ma la Gloria del Signore (ebr. kevod ****) l'aveva già vista ancor prima tutto il popolo di Israel:
    "6 Mosè e Aaronne dissero a tutti i figli d'Israele: «Questa sera voi conoscerete che il SIGNORE è colui che vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto. 7 Domattina vedrete la gloria del SIGNORE, poiché egli ha udito i vostri mormorii contro il SIGNORE. Quanto a noi, che cosa siamo perché mormoriate contro di noi?» 8 E Mosè disse: «Vedrete la gloria del SIGNORE quando stasera egli vi darà carne da mangiare e domattina pane a sazietà; perché il SIGNORE ha udito le lagnanze che voi mormorate contro di lui. Noi infatti, che cosa siamo? I vostri mormorii non sono contro di noi, ma contro il SIGNORE»."(es. 16, N.R.)
    Le lamentele del popolo all'esaurirsi del cibo portatosi dall'Egitto hanno costretto la profezia ad una dimostrazione pratica, tangibile, che dovette dimostrare senza alcun ombra di dubbio che era D-o il vero Condottiero del popolo e non Moshe ed Aharon.
    Ma il vedere la Gloria del Signore consistette principalmente nel mostrare la Sua Grazia procurando buon cibo in un deserto di morte, nonostante le lamentele del popolo, la cui ingiustificata carenza di fede era vista da Moshè ed Aharon come un insulto alla Divinità, che aveva già mostrato in modi inequivocaboli la Sua provvidenza.
    Vedere la Gloria di D-o significò dunque vedere la grandiosità delle sue opere, ma ancor più cogliere la profondità delle Sue alte qualità morali spesso irragiungibili e per tale ragione male interpretati dall'impazienza e piccolezza umana.
    Ma la Gloria di D-o non era visibile solo nelle grandi opere della liberazione d'Egitto e nei miracoli della Manna e delle quaglie nell'aridità del mortale deserto; ma la Sua provvidenza e guida erano ben visibili nella presenza di una strana nuvola:
    " Mentre Aaronne parlava a tutta la comunità dei figli d'Israele, questi volsero gli occhi verso il deserto, ed ecco la gloria del SIGNORE apparire nella nuvola. " (Esodo 16:10 N. Riv.)
    Come si evince da questo verso la Gloria del Signore non è il Signore Stesso, ma è un suo mezzo, una Sua manifestazione. D-o mostra al popolo che Egli è presente, che lo dirige, è la Sua Grazia a mostrare visivamente che il popolo non deve temere nulla di male perchè nelle mani di D-o.
    Anche la "palma di D-o" secondo Rav. Saadia haGaon, il compilatore del primo dizionario ebraico, è la nuvola della Gloria. Dunque non sono stati per primi i professori delle università israeliane ad interpretare la "palma di D-o" del nostro brano di Esodo con la nuvola della Gloria, come abbiamo esposto precedentemente citando l'enciclopedia "Olam haTanach". Anche lo scienziato rav. Levi ben Gershom (RALBAG), Ibn Ezra e Malbim avevano inteso allo stesso modo. Secondo questi antichi commentatori kaf significa "nuvola" ed è il parallelo di kevod**** (=Gloria del Signore). A tal proposito è interessante notare che nei loro commenti al verso di Giobbe 36:32 (dove figura il termine "kaf" al plurale) Ibn Ezra e Ralbag, per sostenere che si tratta di nuvole, portano come prova proprio il nostro verso di Esodo 33:22. Doveva dunque essere chiaro ai loro dintorni che l'accoppiamento di "caf" col verbo "wesachoti" non può altro che dare il senso di "nuvola" al termine "caf".
    Pertanto il termine "Kevodì" (kavod+i=Mio Onore, Mia Gloria) di Esodo 33:22 è dunque interpretabile anche come un sinonimo di "capì" (caf+i=Mia palma, Mia nuvola) come vedremo quando prenderemo in esame le varie possibili letture ed interpretazioni.
    Ma il lettore ebreo, che legge direttamente dall'ebraico non potrà fare a meno di notare che I termini del nostro brano tradotti con "gloria" sono scritti in ctav chasser (=scrittura incompleta) cioè senza la wav che segna la presenza di una vocale lunga come di consueto nel resto delle ricorrenze come a esempio in Genesi 45:13 e Ishaiah 48:11. In tutto sono solo 12 le ricorrenze in ctav chasser in cui la tradizione orale del TM ricorda come Kavod= Onore, Gloria invece di Koved=durezza o kaved=pesante, ostinato, potente, in confronto alle altre 179 volte in cui questo termine ricorre in ctav malè (=scrittura completa).

    (continua)

     
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  15. Stella Maris2
     
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    QUOTE
    A tal proposito è interessante notare che nei loro commenti al verso di Giobbe 36:32 (dove figura il termine "kaf" al plurale) Ibn Ezra e Ralbag, per sostenere che si tratta di nuvole, portano come prova proprio il nostro verso di Esodo 33:22. Doveva dunque essere chiaro ai loro dintorni che l'accoppiamento di "caf" col verbo "wesachoti" non può altro che dare il senso di "nuvola" al termine "caf".

    Davvero interessante osservazione!!!
    Tutti i commentatori del mio Peer wehadar sono d'accordo su questo verso per l'interpretazione di "nuvole", Rashi cita pure l'interpretazione talmudica, che la mia versione di Mikraot Ghedollot cita in una notetta laterale: taannit 7b, che se non hai ancora consultato...anzi ti cito:

    אמר רבי אמי: אין הגשמים נעצרין אלא בעון גזל, שנאמר +איוב ל"ו+ על כפים כסה אור - בעון כפים כסה אור, ואין כפים אלא חמס, שנאמר +יונה ג'+ ומן החמס אשר בכפיהם, ואין אור אלא מטר, שנאמר +איוב ל"ז+ יפיץ ענן אורו


    ps questa volta mi sono ricordato di mettere i tags.

    QUOTE]Ti riferisci ad Accent Express? Quello utile per chi ha il windows occidentale?[/QUOTE]
    Si. Anche.
    Il programmino che stai cercando credo di avercelo.
     
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97 replies since 22/3/2007, 17:20   3660 views
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