Domande per Abramo su Giobbe

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  1. Jesuslives
     
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    Ciao Abramo,

    come ti accennavo sul 3d dell'anima proseguo col citarti altri versetti interessanti sulla questione anima solo che da adesso in poi credo che sarà solo questione di traduzione quindi li posterò nei relativi 3d suddivisi in base al libro di appartenenza del versetto.

    "Chi non sa, fra tutte queste creature,
    che la mano del SIGNORE ha fatto ogni cosa,
    che egli tiene in mano l'anima di tutto quel che vive,
    e lo spirito di ogni carne umana?
    "
    Giobbe 12:9-10 Nuova Riveduta


    Nuova Riveduta, Luzzi Riveduta e Diodati traducono "anima" e "spirito", CEI traduce "anima" e "soffio", Nuova Diodati "vita" e "spirito". Quali sono i termini ebraici esatti?

    Shalom

    Edited by Jesuslives - 5/6/2004, 23:46
     
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    CITAZIONE (Jesuslives @ 5/6/2004, 14:37)
    "Chi non sa, fra tutte queste creature,
    che la mano del SIGNORE ha fatto ogni cosa,
    che egli tiene in mano [i]l'anima
    di tutto quel che vive,
    e lo spirito di ogni carne umana?[/i]"
    Giobbe 12:9-10 Nuova Riveduta


    Nuova Riveduta, Luzzi Riveduta e Diodati traducono "anima" e "spirito", CEI traduce "anima" e "soffio", Nuova Diodati "vita" e "spirito". Quali sono i termini ebraici esatti?


    E' usato il termine "nefesh" per dire "vitalità" e il termine esprime la vitalità di tutti gli animali. Poi mette in risalto la superiorità dell'uomo, che ha l'Anima Divina, ma qui non è usato un termine per dire "anima", ma il termine "ruahh" che è un termine generico, come già discusso esprime un'entità invisibile.
    Si potrebbe tradurre in questo modo: "Nelle Sue mani la vita di ogni vivente e lo spirito di ogni carne umana". Si potrebbe però obbiettare sul termine "Ish" che letteralmente significa: "individuo", ma generalmente si intende uomo. Letteralmente potremmo tradurre in quest'altro modo: "...e lo spirito di ogni carne di ogni individuo". Il "ruahh" in questo caso lo si potrebbe intendere come la forza vitale misteriosa che muove gli animali, potrebbe essere anche un parallelo di nefesh esprimendo semplicemente la vitalità, evitando la ripertizione e rendendo il passo più poetico. E potrei ancora continuare. Sai una cosa...se dovessi fari io una traduzione la riempirei di mille note in calce per ogni verso. Lo so, ne verrebbe fuori un'opera mostruosa e forse non interesserebbe a nessuno, si farebbe prima a studiarsi l'Ebraico.

    Shalom
     
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  3. Jesuslives
     
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    grazie Abramo,

    mi sembra che sei stato molto chiaro, nel caso mi venisse qualche ulteriore dubbio te lo farò sapere.

    CITAZIONE
    si farebbe prima a studiarsi l'Ebraico

    Lo so, porta pazienza, io ancora l'ebraico non lo so...piano piano, vedrai che riuscirò da solo...a proposito, quando inizia il corso?

    Shalom

    Edited by Jesuslives - 28/5/2005, 15:53
     
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  4. tsedekha
     
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    Caro Abramo mi aiuti nella traduzione di Giobbe 19:26
    "E dopo che la mia pelle, sarà distrutto anche questo (come se Giobbe con le mani indicasse il suo corpo), senza carne (o corpo), vedrò Eloahh"
    Vorrei sapere se è una traduzione corretta, i miei dubbi sono sul significato della parola ebraica "min" alla quale ho attribuito il significato di "fuori da", ma altrove viene tradotta con "da" indicando una posizione, quindi ho il dubbio che potrebbe essere tradotto:
    "E dopo che la mia pelle, sarà distrutto anche questo (come se Giobbe con le mani indicasse il suo corpo), dal corpo vedrò Eloahh"
    Spero in una tua risposta al più presto. Grazie
     
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    וְאַחַר עוֹרִי נִקְּפוּ זֹאת וּמִבְּשָׂרִי אֶחֱזֶה אֱלוֹהַּ:




    "veahhar 'orì " = dietro la mia pelle, nel senso di "sotto la mia pelle" come in Canto dei Canti 2:9 : "ahhar cotlenu"= dietro il nostro muro.


    "nikfù zhot" = tagliarono(verbo al plurale) questa( al femminile, come se indicasse le sue ferite, sotto la pelle).


    "umibasrì" = e dalla mia carne


    "ehezhè Elo-ha" = vedrò D-o, ne contemplerò le Sue qualità.

    Il senso del verso, tenendo conto del contesto, potrebbe essere questo:
    "Avevo chiesto che le mie parole siano scolpite sulla pietra e chi le legga capisca le mie qualità, ma invece vedo che le parole sono scolpite sotto la mia pelle e sulla mia carne e non sono le mie, ma quelle di D-o".
    Sembra anche una risposta ad Elifaz in 15:8 dove ironicamente afferma che Giobbe non può aver ascoltato e capito i segreti di D-o, ma Giobbe invece sostiene che le sue ferite, sono proprio quelle che gli hanno fatto "vedere"
    D-o. Le sue profonde ferite sotto la pelle, sono le stesse parole scolpite da D-o Stesso sul suo corpo.

    Si consideri che la lingua ebraica del libro di Giobbe è una lingua molto dotta e pertanto difficilissima da interpretare. E' sempre bene non discostarsi troppo dai contesti.

    Shalom

    Edited by Abramo - 16/8/2004, 10:17
     
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4 replies since 5/6/2004, 13:37   591 views
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