Geova

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  1. Batyah
     
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    CITAZIONE (Seabiscuit71 @ 6/8/2009, 20:15)
    caro/a Batyah

    se quello che ho postato ti ha in qualche maniera ferito/a, ti chiedo scusa. Non è mia intenzione insegnarvi qualcosa, ma quello che dico e leggo serve per la mia istruzione e comprensione

    Caro Seabiscuit, nessuna offesa, per carità. Solo che sto cercando di spiegarti come la logica (la diversa mentalità) che contraddistingue l'ebreo, non è la stessa che caratterizza il non ebreo. Per cui, ciò che a te può sembrare incomprensibile, o addirittura frutto di un errore di interpretazione, in realtà costitusice il fulcro di un principio ebraico che, non ti appartiene (come ragionamento, intendo).

     
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  2. paola860
     
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    Rileggendo alcune discussione in merito al nome di D-o, riporto questo commento di Elisha:

    Il Nome divino era conosciuto sin dalla creazione del mondo. Le parole di Esodo 6:3 significano che D-o quando ha fatto le promesse ai nostri padri era inimmaginabile come vengano portate a compimento perché riferite ad un'epoca futura. Al tempo di Mosè D-o si fa conoscere con l'essenza del nome proprio, quello delle promesse perché quello è il tempo messianico dell'adempimento delle promesse per mezzo di Mosè che è il goel che trae fuori il popolo dall'Egitto. Non dice che D-o rivela il suo nome a Mosè altrimenti in ebraico sarebbe scritto con un altro verbo. Non rivela un nome nuovo, dice che con le gesta che sta per fare mostrerà pubblicamente la Sua vera Essenza che consiste nell'adempimento delle promesse fatte ai nostri padri.

    Credo che su questo commento c'è molto da riflettere.

    Shalom
     
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    אריאל פינטור

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    Forse è meglio fare un po' di chiarezza.

    Innanzi tutto diciamo che dire o no Geova o Javhè, non ha nessuna importanza, perché non sono assolutamente Nomi divini e sono solo frutto di un'arbitraria lettura del tetragramma, soprattutto Geova che non ha nessun senso linguistico, poiché, tra l'altro il suono g dolce non c'è e non vi è nemmeno la Ghimmel nel Tetragramma.
    Si potrebbe allora ipotizzare "iavhè che assomiglierebbe un po' al Tetragramma, ma vi assicuro che nessun ebreo leggerebbe in quel modo e stasera ho fatto una prova. Ho chiesto a dei bambini Israeliani di 8 anni, di scuola primaria, che non sono influenzati da preconcetti, di leggere quel tetragramma e ognuno ha dato istintivamente una lettura diversa da "Javhè". Ho fatto questo seguendo un noto principio della tradizione.
    Se diciamo "genova" e non "geova" è solo perché ripetendo ciò che ci viene propinato da una erronea ed arbitraria lettura, daremmo a questa una valenza di riconoscimento che non è possibile dare, per la semplice ragione che è falsa.

    La consuetudine di non scrivere o non pronunciare questo nome è solo per rispetto della sensibilità religiosa di coloro che ci tengono ed in fondo è un vezzo di affermazione dell'ebraicità di chi scrive.

    In tutto il Tanach, il Tetragramma viene letto come "Adonay" o "Elohim" e sono questi i Nomi che DEVONO essere usati nella preghiera ebraica.
    solo in Qoelet, Cantico dei Cantici e Libro di Esther, il Tetragramma non è mai presente.
    "Adonay" può essere considerato ANCHE un titolo o una prerogativa, ma ci sono 126 ricorrenze in cui il Tanach afferma che è un Nome AUTODETERMINATO, quindi di fatto equivalente al Nome Divino che NON è CONOSCIUTO e che sarà rivelato nel Terzo Tempio, solo quando la Shekinah (presenza Divina) ritornerà.
    "Elohim" è anch'esso Nome Divino, se non è preceduto dall'articolo, mentre diventa titolo o prerogativa se vi è l'articolo "Ha" davanti: "Haelohim". In tal caso significa "Giudice supremo" o "Legislatore supremo" e viene anche conferito ad esseri umani o Istituzioni. Ad Esempio il Sinedrio era definito "Haelohim"

    Per parlare del divieto di scrivere il nome divino, non è assolutamente vero. Non è vietato SCRIVERE, bensì è vietato CANCELLARE il Nome Sacro. Infatti il Tetragramma è scritto migliaia di volte nel Tanach, mentre se fosse proibito non lo si scriverebbe, ma si userebbero delle espressioni alternative.
    Questo per rispondere al presunto movente di superstizione. L'Ebreo può scrivere il Tetragramma, ma nel momento in cui lo scrive, deve concentrarsi, scriverlo con il massimo del rispetto e, particolare non trascurabile, non potrò mai più distruggere, gettare, bruciare quel foglio che è Sacro e dovrà trattarlo con tutto il rispetto che si dà ad uno scritto che contenga il Nome di HaShem: non lo poggerà a terra, lo terrà in ordine e senza polvere, non vi applicherà altri oggetti sopra ecc.
    E' evidente che con questo presupposto Halachico, nessun Ebreo scriverebbe una lettera o degli appunti contenenti il Tetragramma, dovendo poi trattare quel testo con estrema deferenza.
    Vi è poi un verbo aramaico riportato nel Talmud (di cui non ricordo il significato) che si scrive esattamente come il Tetragramma (ma significa altro). Se alla base vi fosse una superstizione, le quattro lettere non sarebbero state scritte nel Talmud.
    In conclusione:
    -Geova e Javhé non hanno senso e sono del tutto arbitrari, in quanto nessuno, salvo pochi Cohanim che lo trasmettono di generazione in generazione, conoscono il VERO NOME

    -Non si ha nessuna difficoltà o paura o remora o timidezza a dire Geova, ma non lo si usa perchè, pur non significando nulla linguisticamente, non si dà riconoscimento o legittimità a qualcosa di presunto vero, ma che in realtà è falso.

    -Il Nome Sacro tetragrammato può tranquillamente essere scritto, ma MAI cancellato.

    -Nelle preghiere ed invocazioni e nella lettura del Sefer Torah si pronuncia il Tetragramma come Adonay o Elohim.

    -piccola precisazione sul non nominare il Nome di Dio invano
    Il testo Ebraico dice
    "Lo Tissà et Shem **** Elohecha lashav".
    "Non porterai (innalzerai) il Nome di **** invano (lashav).
    Tissà vuol dire "innalzare", "portare", nel senso di non servirsi immotivatamente del Nome Sacro, quindi per avvalorare un giuramento, soprattutto se non veritiero e per ogni altro uso improprio o inutile e non necessario. Se ne deduce che, tranne che nella preghiera o nella lettura del Sefer Torah, ogni altro uso è improprio o facilmente inutile.
    Quindi come si vede, nel Tanach, non vi è scritto "non nominare", ma "non portare" o "non innalzare". Ne possiamo dedurre che per parlare di Bibbia con gli Ebrei è meglio studiare l'Ebraico, ma seriamente.

    Edited by Negev - 7/8/2009, 03:02
     
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    CITAZIONE (Negev @ 7/8/2009, 01:02)
    Vi è poi un verbo aramaico riportato nel Talmud (di cui non ricordo il significato) che si scrive esattamente come il Tetragramma (ma significa altro). Se alla base vi fosse una superstizione, le quattro lettere non sarebbero state scritte nel Talmud.

    Confermo quanto detto da Negev e riporto qui sotto una foto di una delle ricorrenze.

    Shalom
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  5. paola860
     
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    Volevo chiederVi: se il nome divino era conosciuto sin dalla creazione del mondo perchè nel primo capitolo di Bereishit non viene scritto il tetragramma? ho notato che viene riportata la parola

    אֱלֹהִים

    che significa Elohim


    Cap. 1

    בהבְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ.

    All'inizio(o in principio) Elohim creò il cielo e la terra

    Successivamente, al capitolo 2, c'è sia il tetragramma che la parola Elohim.


    Volevo anche sapere la differenza tra Elohim ed Elokim, perchè il testo tradotto riporta la parola Elokim:

    Bara Elokim et hashamayim ve'et Ha'aretz.


    Grazie e Shalom
     
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    Il Tetragramma compare per la prima volta nella Torah in Bereshit 2-4, seguito da "Elohim".
    "Ellè toledot hashammaim vehaaretz BEhIBAREAM beyom asòt ****Elohim eretz veshammaim"
    (Questo è ciò che derivò dal cielo e dalla terra quando furono creati (bahibarreàm) nel giorno in cui ****Elohim fece terra e cielo"
    Secondo Rashi, la lettera "he" della parola "bahibareàm è scritta con un carattere più piccolo per indicare che questo mondo fu creato con la lettera "he" del Tetragramma, mentre il mondo futuro sarà creato con la yod. Questo perchè, secondo la Kabbalà, la he rappresenta un livello inferiore di vicinanza con la divinità, più adatto alla nostra condizione- La yod invece rappresenterebbe un livello superiore, più adatto al mondo a venire.
    In questo caso, il tetragramma va letto "Adonay", per evitare la ripetizione di "Elohim".
    "Elokim" è un errore di traslitterazione o semplicemente un errore di stampa.
    La he di Elohim si aspira leggerissimamente, in maniera quasi impercettibile. Abramo lo potrà confermare.

    Una interpretazione può essere questa, secondo il commento di Rashi:
    Inizialmente D-O creò il mondo secondo l'attributo della giustizia, la quale è espressa dal Nome Elohim (che precisamente va inteso come "Legislatore", "Giudice supremo").
    Egli però sapeva dei limiti dell'uomo che non sarebbe certamente sopravvissuto senza la Misericordia e la clemenza, quindi aggiunse il Tetragramma (che rappresenta il Suo attributo della Misericordia), per insegnare che avrebbe Moderato la Sua Giustizia con la Pietà e la Misericordia.
     
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  7. Seabiscuit71
     
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    [QUOTE]
    QUOTE (Negev @ 7/8/2009, 01:02)
    Forse è meglio fare un po' di chiarezza.

    Innanzi tutto diciamo che dire o no Geova o Javhè, non ha nessuna importanza, perché non sono assolutamente Nomi divini e sono solo frutto di un'arbitraria lettura del tetragramma,

    caro Negev,
    “Geova” è la più nota forma italiana del nome divino. Non si può dire che non sia un nome divino, perchè qualsiasi dizionario italiano alla voce "Geova" fa riferimento unicamente al Iddio d'israele.

    QUOTE
    soprattutto Geova che non ha nessun senso linguistico, poiché, tra l'altro il suono g dolce non c'è e non vi è nemmeno la Ghimmel nel Tetragramma.

    logico che non ci trovi queste caratteristiche perchè stiamo parlando in italiano di un nome italianizato.

    QUOTE
    Si potrebbe allora ipotizzare "iavhè che assomiglierebbe un po' al Tetragramma, ma vi assicuro che nessun ebreo leggerebbe in quel modo e stasera ho fatto una prova. Ho chiesto a dei bambini Israeliani di 8 anni, di scuola primaria, che non sono influenzati da preconcetti, di leggere quel tetragramma e ognuno ha dato istintivamente una lettura diversa da "Javhè". Ho fatto questo seguendo un noto principio della tradizione.
    Se diciamo "genova" e non "geova" è solo perché ripetendo ciò che ci viene propinato da una erronea ed arbitraria lettura, daremmo a questa una valenza di riconoscimento che non è possibile dare, per la semplice ragione che è falsa.

    un ebreo non lo leggerebbe nemmeno se fosse tradotto correttamente, questo è il problema principale.

    QUOTE
    La consuetudine di non scrivere o non pronunciare questo nome è solo per rispetto della sensibilità religiosa di coloro che ci tengono ed in fondo è un vezzo di affermazione dell'ebraicità di chi scrive.

    ma come mai allora prima veniva pronunciato? A questa domanda non mi hai ancora risposto. Prima erano meno riverenti verso il nome di D-o? Guarda cosa ho trovato al riguardo:
    "Nell’opera di A. Cohen, Il Talmud (Bari, 1986, pp. 51, 52) si legge a proposito dell’annuale giorno di espiazione: “E quando i sacerdoti e il popolo che stavano nell’atrio, udivano il Nome glorioso e venerato pronunciato liberamente dalla bocca del Sommo Sacerdote in santità e purezza, piegavano le ginocchia e si prostravano e cadevano sulla loro faccia ed esclamavano: Benedetto il Suo Nome glorioso e sovrano per sempre in eterno”. (Joma 6:2) Delle quotidiane benedizioni sacerdotali la stessa opera dice: “Nel Santuario il Nome era pronunciato come è scritto, ma fuori dei suoi confini si adoperava un Nome che lo sostituisse”. (Sotah 7:6)
    D’altra parte, ci fu un tempo in cui si sostenne che anche i laici potessero usare liberamente e apertamente il Nome divino. La Mishnah insegna: ‘Si ordinò che ciascuno salutasse i suoi amici menzionando il Nome’ (Ber., ix, 5). . . . (grassetto mio)

    QUOTE
    Per parlare del divieto di scrivere il nome divino, non è assolutamente vero. Non è vietato SCRIVERE, bensì è vietato CANCELLARE il Nome Sacro. Infatti il Tetragramma è scritto migliaia di volte nel Tanach, mentre se fosse proibito non lo si scriverebbe, ma si userebbero delle espressioni alternative. Questo per rispondere al presunto movente di superstizione.

    non ho detto questo. Dico che il divieto per un ebreo è di "pronunciare" il Suo nome perchè secondo loro, non conoscendone l'esatta pronuncia si manca di rispetto. Personalmente non condivido questo ma lo rispetto.
    Questa è la spiegazione che date, o sbaglio? Ma se poimi dici che però alcuni ebrei la conoscono l'esatta pronuncia, allora non tornano i conti. Se la si conosce e non la si vuole usare non ha più nulla a che fare con il rispetto, perchè sappiamo che D-o ci tiene ad essere nominato, altrimenti non si spiega come mai fa inserire il Suo nome per 7000 volte nelle sacre scritture.

    QUOTE
    In conclusione:
    -Geova e Javhé non hanno senso e sono del tutto arbitrari, in quanto nessuno, salvo pochi Cohanim che lo trasmettono di generazione in generazione, conoscono il VERO NOME

    -Non si ha nessuna difficoltà o paura o remora o timidezza a dire Geova, ma non lo si usa perchè, pur non significando nulla linguisticamente, non si dà riconoscimento o legittimità a qualcosa di presunto vero, ma che in realtà è falso.

    -Il Nome Sacro tetragrammato può tranquillamente essere scritto, ma MAI cancellato.

    -Nelle preghiere ed invocazioni e nella lettura del Sefer Torah si pronuncia il Tetragramma come Adonay o Elohim.

    prima di giungere alle mie conclusioni gradirei una risposta a quanto esposto da me.

    QUOTE
    -piccola precisazione sul non nominare il Nome di Dio invano
    Il testo Ebraico dice
    "Lo Tissà et Shem **** Elohecha lashav".
    "Non porterai (innalzerai) il Nome di **** invano (lashav).
    Tissà vuol dire "innalzare", "portare", nel senso di non servirsi immotivatamente del Nome Sacro, quindi per avvalorare un giuramento, soprattutto se non veritiero e per ogni altro uso improprio o inutile e non necessario. Se ne deduce che, tranne che nella preghiera o nella lettura del Sefer Torah, ogni altro uso è improprio o facilmente inutile.
    Quindi come si vede, nel Tanach, non vi è scritto "non nominare", ma "non portare" o "non innalzare".

    Il fatto stesso che nel testo originale delle Scritture Ebraiche il nome personale di Dio compare più di 6.800 volte mostra che Egli vuole che gli uomini Lo conoscano e che usino il suo nome. Lungi dal limitare l’uso del suo nome per evitare che gli si mancasse di rispetto, ripetutamente Dio incoraggia e comanda perfino ai suoi servitori di usare il suo nome e di farlo conoscere.
    “Rendete omaggio al Signore, invocate il Suo nome, fate conoscere fra i popoli le Sue meraviglie, fate ricordare che eccelso è il Suo nome”. — Isaia 12:4."
    Come possiamo eseguire questa scrittura se non si nomina mai il Nome?

    QUOTE
    Ne possiamo dedurre che per parlare di Bibbia con gli Ebrei è meglio studiare l'Ebraico, ma seriamente.

    mi stai dicendo che non devo più parlare di Bibbia in questo forum? Non so se ho capito bene
     
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  8. mErA
     
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    Scusa Negev non capisco... chiedendo a dei bambini di pronunciare il Nome non gli hai fatto violare il comandamento?

    Shalom.
     
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    No amico mio, puoi e devi parlare di Bibbia in questo forum, semplicemente quando si parla di interpretazioni basate sul testo ebraico, che è l'unico che conta, il parere degli Ebrei di lingua madre è l'unico che conta.
    Comunque preferisco lasciare alla competenza di Abramo risposte più precise alle tue domande (io non sono di madre lingua e potrei essere non esauriente o impreciso)
    Shabbat Shalom

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    Scusa Negev non capisco... chiedendo a dei bambini di pronunciare il Nome non gli hai fatto violare il comandamento?

    Non è una violazione perché è a scopo di studio (Abramo dixit)
     
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  10. Batyah
     
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    CITAZIONE (Seabiscuit71 @ 7/8/2009, 12:11)
    “Geova” è la più nota forma italiana del nome divino. Non si può dire che non sia un nome divino, perchè qualsiasi dizionario italiano alla voce "Geova" fa riferimento unicamente al Iddio d'israele.

    E non nè neppure una traduzione perchè, "tradurre" significa riportare il significato di un termine in altra lingua, mentre in italiano g-e-o-v-a non significa nulla. In ebraico il tetragramma invece si. Diciamo che come qualsiasi altro nome, è un adattamento fonetico di una parola venuta fuori da un errore, da un Ketib + qerè, operato da puntatori e masoreti, e che una tradizione per "convenzione" ha riferito al D-o di Israele. Ma non costituisce la traduzione del Nome. Non può esserlo. Come non lo è Giosuè, Adamo, ect...anche se almeno di questi ultimi conosciamo in ebraico le vocali e le consonanti esatte (contrariamente al Nome divino).





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    non ho detto questo. Dico che il divieto per un ebreo è di "pronunciare" il Suo nome perchè secondo loro, non conoscendone l'esatta pronuncia si manca di rispetto. Personalmente non condivido questo ma lo rispetto.

    Questo appunto è la logica dei non ebrei, per i quali un nome è semplicemente una etichetta, un insieme di vocali e consonanti, di suoni e segni con cui convenzionalmente si designa una persona, un animale o una cosa. Per cui, non importa quale siano le vocali o le consonanti del nome divino, nè l'esatta pronuncia, tanto un nome vale l'altro, una pronuncia vale l'altra...
    Ma D-o si è rivelato agli ebrei, e la lingua della Torah è l'ebraico. Il tutto è inscindibilmente connesso. Tu, fatichi a capire, figurati se poi riesci persino a condividere :-)
     
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  11. paola860
     
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    CITAZIONE
    Secondo Rashi, la lettera "he" della parola "bahibareàm è scritta con un carattere più piccolo per indicare che questo mondo fu creato con la lettera "he" del Tetragramma, mentre il mondo futuro sarà creato con la yod.

    Non vorrei andare oltre e uscire fuori dal tema ma leggendo una discussione di Abramo ho inteso che l'uomo già fu creato con due yud, due impasti uno materiale e l'altro spirituale.


     
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    CITAZIONE (Seabiscuit71 @ 7/8/2009, 12:11)
    caro Negev,
    “Geova” è la più nota forma italiana del nome divino. Non si può dire che non sia un nome divino, perchè qualsiasi dizionario italiano alla voce "Geova" fa riferimento unicamente al Iddio d'israele.

    Ma questo potrebbe essere valido (entro certi limiti) per il non ebreo, ma per l'ebreo, che legge il testo sacro direttamente in ebraico, quando incontra il tetragramma, cosa dovrebbe leggere secondo te?
    La vocalizzazione del Nome inserita dai massoreti non appartiene al testo scritto perché è consueto nel TM inserire la vocalizzazione di un'altra parola completamente differente, laddove il testo orale prevede la lettura di una parola assente nel testo, in sostituzione di essa.

    CITAZIONE
    CITAZIONE
    soprattutto Geova che non ha nessun senso linguistico, poiché, tra l'altro il suono g dolce non c'è e non vi è nemmeno la Ghimmel nel Tetragramma.

    logico che non ci trovi queste caratteristiche perchè stiamo parlando in italiano di un nome italianizzato.

    Ma i nomi biblici italianizzati riguardano nomi ebraici di cui si conosce bene la pronuncia perché trasmessa oralmente e riportatata nel TM. Si tratta di nomi di fonetica nota, del tetragramma invece la fonetica non è nota e non può dunque esistere alcun nome italianizzato per sostituirlo e dunque "Geova" è ben lungi dall'essere un nome di D-o italianizzato.

    CITAZIONE
    un ebreo non lo leggerebbe nemmeno se fosse tradotto correttamente, questo è il problema principale.

    Questo è davvero un problema per te? Per noi ebrei invece non è un problema se voi chiamate D-o in altro modo.

    CITAZIONE
    ma come mai allora prima veniva pronunciato? A questa domanda non mi hai ancora risposto. Prima erano meno riverenti verso il nome di D-o? Guarda cosa ho trovato al riguardo:
    "Nell’opera di A. Cohen, Il Talmud (Bari, 1986, pp. 51, 52) si legge a proposito dell’annuale giorno di espiazione: “E quando i sacerdoti e il popolo che stavano nell’atrio, udivano il Nome glorioso e venerato pronunciato liberamente dalla bocca del Sommo Sacerdote in santità e purezza, piegavano le ginocchia e si prostravano e cadevano sulla loro faccia ed esclamavano: Benedetto il Suo Nome glorioso e sovrano per sempre in eterno”. (Joma 6:2) Delle quotidiane benedizioni sacerdotali la stessa opera dice: “Nel Santuario il Nome era pronunciato come è scritto, ma fuori dei suoi confini si adoperava un Nome che lo sostituisse”. (Sotah 7:6)
    D’altra parte, ci fu un tempo in cui si sostenne che anche i laici potessero usare liberamente e apertamente il Nome divino. La Mishnah insegna: ‘Si ordinò che ciascuno salutasse i suoi amici menzionando il Nome’ (Ber., ix, 5). . . . (grassetto mio)

    La Mishnàh con "kictavò" (come scritto) e "bekinuiò" intende con il primo l'uso del Nome nel Tempio e "bekinuiò" con un altro nome con cui è correntemente chiamato biblicamente come EL, Adonai Eloha ed Elohim. Da come si evince da Sotàh, in Berachot, dato che era proibito usare il nome "kictavò" per salutare si usava un altro nome biblico anche se l'esempio riportato è scritto con il Tetragramma. Questo dipende dal periodo storico e dal grado di sacralità del libro biblico, in Cantico, Kohelet e Ester per esempio non è usato il tetragramma.

    CITAZIONE
    Il fatto stesso che nel testo originale delle Scritture Ebraiche il nome personale di Dio compare più di 6.800 volte mostra che Egli vuole che gli uomini Lo conoscano e che usino il suo nome.

    Le scritture sono state consegnate al popolo ebraico non a tutta l'umanità, e proprio la Bibbia dice, come ha citato Negev, che in futuro l'umanità si rivolgerà agli ebrei per imparare da loro. Il volere di D-o è sconosciuto ai goym, questo è ciò che dice la Bibbia.

    Shabbat Shalom
     
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  13. Seabiscuit71
     
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    QUOTE (Beate @ 6/8/2009, 16:35)
    Non so ma io credo che sia giusto così. Proprio perchè è l'unico D-o. Capirei se venisse pronunciato in momenti e stati particolari, ma poniamo pure il caso che i TdG abbiano scoperto il vero nome. Ebbene proprio averlo inserito nel "loro" di nome porta ad incappare in quell'ammmonimento di non "nominarlo invano". Infatti chiunque solo per parlare di loro, sia nel bene che nel male, nominandoli nominano anche il Nome. Quindi a trasgredire ad un comandamento.

    cara Beate, scusa ma non avevo visto il tuo post.
    vorrei precisare che i TdG non hanno inventato il nome Geova che, esisteva già da secoli prima che i TdG adottassero il Nome come gruppo religioso.

    sono del opinione che, "invano" vadi inteso come lo spiega la seguente enciclopedia:
    dice l’Encyclopaedia Judaica: “Si evitava di pronunciare il nome YHWH . . . perché il Terzo Comandamento (Eso. 20:7; Deut. 5:11) era stato frainteso e si pensava significasse ‘Non userai il nome di YHWH tuo Dio invano’, mentre in realtà significa ‘Non giurerai il falso nel nome di YHWH tuo Dio’”.

    Se sarebbe come pensi tu, diventerebbe difficile se non impossibile capire, quando si possa usare. Il lessico ebraico di Koehler e Baumgartner riguardo al termine ebraico tradotto “invano” (ebraico: lashshàw’): “menzionare un nome senza motivo . . . usare erroneamente un nome”. Perciò questo comandamento non vieta di usare il nome di Dio ma, piuttosto, di farne un uso errato.

    Non voglio convincervi di nulla che sia chiaro. I forum servono ad avere uno scambio d'opinioni e siccome ho trovato questa discussione dal titolo "GEOVA" sto partecipando alla discussione.

    P.S. non so bene come comportarmi. Quando copio delle citazioni dov'è scritto per esteso il Nome che devo fare per non offendere nessuno, li devo correggere?
     
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    אריאל פינטור

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    cara Beate, scusa ma non avevo visto il tuo post.
    vorrei precisare che i TdG non hanno inventato il nome Geova che, esisteva già da secoli prima che i TdG adottassero il Nome come gruppo religioso.

    Secoli prima ma sempre per l'ignoranza di quel monaco cristiano che vocalizzò il Tetragramma a modo suo mettendoci pure la "g".
    ma se a voi va bene così, va bene anche per noi, però abbiate almenno il buon senso di non dire che quello è il Nome di Hashem, perché chiunque conosca l'Ebraico ti dirà che non è così

    CITAZIONE
    Perciò questo comandamento non vieta di usare il nome di Dio ma, piuttosto, di farne un uso errato.

    Infatti
    il problema sta tutto nel capire che cosa è "invano"
    Io ho riportato il testo ebraico più sopra e "Lashav" significa proprio questo.
    Nominare il Nome di HaShem invano è riferito al giuramento, soprattutto se falso, ma anche nelle conversazioni comuni. Non è invano nominarlo nella Preghiera, nelle Benedizioni, nelle Invocazioni e nello Studio

    CITAZIONE
    P.S. non so bene come comportarmi. Quando copio delle citazioni dov'è scritto per esteso il Nome che devo fare per non offendere nessuno, li devo correggere?

    Non sei obbligato.
    Noi non lo scriviamo per esteso in segno di rispetto per chi la pensa diversamente e perché è divenuta una caratteristica di ebraicità.
     
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  15. Seabiscuit71
     
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    QUOTE (Abramo @ 7/8/2009, 13:41)
    QUOTE (Seabiscuit71 @ 7/8/2009, 12:11)
    caro Negev,
    “Geova” è la più nota forma italiana del nome divino. Non si può dire che non sia un nome divino, perchè qualsiasi dizionario italiano alla voce "Geova" fa riferimento unicamente al Iddio d'israele.

    Ma questo potrebbe essere valido (entro certi limiti) per il non ebreo, ma per l'ebreo, che legge il testo sacro direttamente in ebraico, quando incontra il tetragramma, cosa dovrebbe leggere secondo te?
    La vocalizzazione del Nome inserita dai massoreti non appartiene al testo scritto perché è consueto nel TM inserire la vocalizzazione di un'altra parola completamente differente, laddove il testo orale prevede la lettura di una parola assente nel testo, in sostituzione di essa.

    caro Abramo,
    ma secondo te perchè si è arrivati a questo punto che la pronuncia è andata persa? Vorrei capire questo prima. Mi risulta che che nella storia degli ebrei vi è stato un mutamento sul trattamento del nome divino. Non mi risulta che da sempre vi è stata la consuetudine di non pronunciarlo, ma che quest'usanza entrò in vigore in un determinato periodo del I secolo.

    Al inizio veniva pronunciato da tutti. Poi solo dal sacerdote. Poi solo nel tempio. Poi solo dal sacerdote solo in determinate riccorrenze. Sempre diminuendo sino che non venne più pronunciato.
    A te risulta questo?

    Edited by Seabiscuit71 - 7/8/2009, 14:29
     
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